
Il fenomeno del Re-release è ormai diffuso da
diversi anni oltreoceano; non si contano infatti le volte in cui film di
successo come Star Wars o
Lo Squalo sono stati
riproposti nelle sale americane per celebrare vari anniversari e soprattutto
(più cinicamente) per spremere il portafoglio degli spettatori anche in
periodi di “magra”..
E’ comunque con grande sorpresa che ho accolto la notizia di un ritorno nei
cinema italiani di Hair,
classico di Forman del '79. A dirla tutta però, chi si aspettava una
pellicola restaurata o una traccia audio più pulita rimarrà (come il
sottoscritto) abbastanza deluso. I distributori pare si siano limitati a
prendere dagli archivi polverosi della MgM vecchie pizze del film, senza
prendersi la briga di fare un minimo di (costosa ) pulizia dell’immagine.
Poco male, alla fine questo è il prezzo da pagare per una iniziativa
esclusivamente italiana (negli States
Hair non è stato riproposto
nelle sale), che come tutte le iniziative di casa nostra è un misto di buona
volontà e approssimazione.
Il film rimane comunque un classico; basato su un Musical di culto che
andava parecchio a Brodway a metà anni '60, racconta la storia di Claude (John
Savage), il classico giovane che dall’Oklahoma arriva nella grande città: in
questo caso New York. Qui farà amicizia con un gruppo di Hippies, capitanati
da Berger (Treat Williams), e si innamorerà di Sheila (Beverly D’Angelo)
ragazza proveniente dall’alta borghesia.
Ovviamente la felicità durerà poco e a fare da ostacolo sarà la guerra del
Vietnam, con Claude che verrà chiamato alle armi.
Come tutti i Musical la storia non è altro che un semplice pretesto per
mostrare spettacolari numeri musicali e creare un’esperienza visiva
esaltante.
Le canzoni sono quasi tutte orecchiabili (su tutte "Aquarius," "Easy to Be
Hard," "Walking in Space" e "The Flesh Failures/Let the Sunshine In”),
particolare questo fondamentale per il genere di film. Le coreografie sono
da manuale e la direzione di Forman (oramai veterano del cinema e già premio
oscar per Qualcuno volò sul nido del
cuculo ai tempi della realizzazione di
Hair) rende alla perfezione
l’atmosfera psichedelica della pellicola nonostante la copia sbiadita dagli
anni.
Gli Hippies non sono rappresentati come caricature e, nonostante questa
dopotutto sia pur sempre una celebrazione del fenomeno Hippie, neanche come
dei santi.
Lo stesso trattamento non tocca purtroppo ai militari, questi visti sì come
mostri senza redenzione..
Fra i difetti possiamo forse annoverare l’eccessiva lentezza nei momenti non
musicali, e la recitazione di alcuni comprimari non sempre all’altezza.
Per il resto un finale di quelli che non si dimenticano, canzoni e set che
valorizzano una New York poche altre volte così bella sullo schermo (film di
Woody Allen a parte naturalmente) innalzano questo film al livello
meritatissimo di “classico” e sicuramente lo collocano in un ipotetica top
10 dei migliori musical americani degli ultimi 20 anni (gli anni 50 sono
sempre una spanna avanti).
Consigliato a tutti, nostalgici e non.
Voto:
23/30
01/10/2004 |