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L'impossibilità
di raccontare storie d'amore dopo il dolore di Hiroshima… anzi l'estrema
semplicità con cui si potrebbero ancora raccontare storie dimenticando
Hiroshima… ecco il tema di questo remake dichiarato di HIROSHIMA MON AMOUR.
Rispetto all'originale i personaggi sanno di girare un film quindi l'istanza
autoriflessiva viene approfondita e il coinvolgimento dello spettatore
continuamente interrotto e rinviato dalla denuncia della finzione cinematografica,
dalla ripetizione delle scene, dalla dimenticanza del copione. L'oblio
di Hiroshima fa tutt'uno con quello delle battute della protagonista che
in una bellissima sequenza dice di scordare il volto di "lui" scordando
nello stesso tempo quello che (non) doveva scordare… la battuta. Il regista,
gli attori devono tutti fare i conti con lo stesso problema: come far
comprendere ciò che è successo ad Hiroshima, ciò che provava la gente
se è fisicamente impossibile riviverlo e se loro per primi vivono e immaginano
la città come una delle tante anonime metropoli moderne. |
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Alessandro MAZZANTI |
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