H-STORY
di Suwa Nobuhiro

L'impossibilità di raccontare storie d'amore dopo il dolore di Hiroshima… anzi l'estrema semplicità con cui si potrebbero ancora raccontare storie dimenticando Hiroshima… ecco il tema di questo remake dichiarato di HIROSHIMA MON AMOUR. Rispetto all'originale i personaggi sanno di girare un film quindi l'istanza autoriflessiva viene approfondita e il coinvolgimento dello spettatore continuamente interrotto e rinviato dalla denuncia della finzione cinematografica, dalla ripetizione delle scene, dalla dimenticanza del copione. L'oblio di Hiroshima fa tutt'uno con quello delle battute della protagonista che in una bellissima sequenza dice di scordare il volto di "lui" scordando nello stesso tempo quello che (non) doveva scordare… la battuta. Il regista, gli attori devono tutti fare i conti con lo stesso problema: come far comprendere ciò che è successo ad Hiroshima, ciò che provava la gente se è fisicamente impossibile riviverlo e se loro per primi vivono e immaginano la città come una delle tante anonime metropoli moderne.
L'unica soluzione sembra quella di parlare dell'oblio, del distacco delle persone dai luoghi, del dimenticare la Storia ed è ciò che vediamo sullo schermo fino a quando la telefonata del produttore non arriva a por fine a questo film che non inizia mai e che verosimilmente non è solo quello che stanno girando i protagonisti ma quello che stiamo vedendo noi. Dopo la telefonata il film continua ad accennare a qualcosa come una vicinanza tra l'attrice e il regista ma quasi inaspettatamente vediamo scorrere il bianco senza titoli di coda (che appariranno solo in seguito) dell'ultimo rullo di pellicola che forse il vero produttore è stato disposto a pagare: sarebbe veramente una bellissima conferma se così fosse.

Voto: 27/30

Alessandro MAZZANTI
04 - 01 - 02


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