Avete presente quelle mattine in cui ci si sveglia e va tutto storto?
Dalla sveglia assordante ai toast bruciati all’ennesima capocciata ad un
muro troppo basso? Immaginate ora di uscire dalla porta e trovare una
ruspa gigante ed un ordine di demolizione della vostra casa che
malauguratamente sorge sul percorso di costruzione di una nuova
tangenziale. Bene, tutto sommato non è nulla di così rilevante,
soprattutto se il vostro migliore amico vi annuncia di provenire da un
altro pianeta e vi porta a scolarvi la vostra ultima birra perché tra
pochi minuti il pianeta terra sarà polverizzato. Inizia così il viaggio
di Arthur Dent attraverso le galassie: vestito di un accappatoio e
munito di un indispensabile asciugamano - sempre utile per un viaggetto
nel cosmo - si mette a fare l’autostoppista interspaziale con l’amico
marziano Ford Prefect, viene caricato da un’astronave che viaggia con
una propulsione “ad alto grado di improbabilità”, dove incontra la
deliziosa e annoiata Trisha-Trillian, corteggiata sul fu pianeta Terra
ad una festa in maschera, fuggita poi con il capitano stesso della
astronave nonché presidente di tutte le galassie Zaphod Beeblebrox,
bello senza cervello e fratello di sangue di Ford. Una selva di
personaggi, situazioni, eventi, incontri. Zaphod vuole raggiungere
Magrathea, il pianeta sul quale il Grande Cervello ha elaborato la
risposta alla fondamentale domanda “sulla vita l’universo e tutto
quanto”. Zaphod cerca la domanda- più importante dell’enigmatica
risposta- per soldi, Ford si adatta ad ogni situazione, Trisha vuole
muoversi, vedere, viaggiare, scoprire, lanciarsi all’ignoto, Arthur
vuole solo una tazza di thè e l’amore di Trisha. Dopo viaggi mirabolanti
nello spazio in compagnia del robot depresso Marvin ( personaggio
delizioso!) i quattro approdano a Magrathea e raggiungono il Grande
Cervello, un desolante testone monolitico a forma di monitor, il mento
poggiato su due sottilissime braccia di pietra. Che non ha elaborato la
domanda ultima perché impegnato a guardare la tv. Arthur incontra
Slartibartfast, il creatore, che ha conservato un file di backup della
Terra. Ma dopo aver rivisto i luoghi a lui noti alla fine Arthur
scoprirà che è più divertente scorazzare per l’universo ed abbandonare
una volta per tutte false e stupide certezze, fragili e transitorie come
un muro che si sgretoli sotto alla pressione di un bulldozer. Satira
graffiante sul relativismo di ogni certezza o presunta grandezza
terrestre, la Guida galattica è un film divertentissimo e irriverente.
Ma lo dico da profana, non facendo parte della schiera di cultori della
saga di Adams, non avendo mai letto i suoi libri. Alla ricerca di
conferme alle mie impressioni di spettatrice entusiasta mi sono
imbattuta in stroncature pesanti di un film che pare tradire totalmente
il sacro testo, demolendone le parti più divertenti, sostituendone le
battute con dialoghi banali e sciapi. Resto fedele al mio entusiasmo
però. Il film è spassosissimo, intelligente, ironico. Si fa beffe di
tutto e tutti, politica religione potere burocrazia letteratura
quotidianità amore: tutto disintegrato sotto i colpi di uno sguardo
irriverente e sardonico, tutto ribaltato e scrutato da cento mille punti
di vista come in una prospettiva cubista. L’unica certezza? Non esiste
nessuna visione certa, nessun punto di vista che offra consolanti
risposte. Fulminante il siparietto all’inizio del film, che già fa
capire che tipo di viaggio si stia intraprendendo. Credete che i delfini
che saltano gioiosi sotto i vostri occhi in un lucido acquario, ai quali
dispensate sorridenti pesciolini per nutrirli, siano uno spettacolo
consolante ed idillico? Niente affatto: vi stanno avvertendo, andatevene
terrestri, il vostro pianeta è marcio. Restate lì? Beh, noi si parte….
Tanti saluti e grazie per il pesce!
Voto: 30/30
20:07:2005
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