
Karen (Sarah Michelle Gellar), giovane assistente sociale appena
trasferitasi a Tokyo, viene chiamata ad occuparsi di Emma, una signora di
mezza età in precarie condizioni di salute (Grace Zabriskie), in
sostituzione di un’infermiera mancata inspiegabilmente dal lavoro. Non
appena entra nell’abitazione, si rende conto che qualcosa di strano disturba
la quiete della casa. Qualcosa di ignoto e spaventoso, dietro al quale non
può che celarsi un terribile mistero. Spinta dalla curiosità Karen
ricostruisce tassello su tassello l’oscuro mosaico con l’aiuto del detective
Nakagawa (Ryo Ishibashi), fino ad arrivare a una sconcertante verità.
Doveva essere il nuovo cult di Takashi Shimizu, giovanissimo pupillo di
registi come Kurosawa e Takashi (RINGU), presentato da una tetra locandina
con impresse le parole “Non perdona. Non dimentica”. Che si possa perdonare
Sam Raimi (SPIDERMAN 1 e 2, THE GIFT) per aver prodotto un tale fac-simile
di dubbio gusto sarebbe anche possibile, ma è certo che chi avrà l’immenso
onere (più che onore) di andare al cinema a vedere THE GRUDGE vorrà
dimenticarlo in fretta. Se con ogni probabilità questa pellicola riuscirà a
saziare le fameliche bocche giapponesi, instancabili divoratrici di horror
da diet-coke e pop-corn bisunti, difficilmente attecchirà con successo nelle
sale italiane. Un film che per una buona mezz’ora punzecchia il ritmo
cardiaco della platea con il solito improvviso sbalzo di volume, comodo
espediente che inizia già a mostrare i primi capelli bianchi e che nella
seconda parte è sopraffatto e annullato da una noia e una prevedibilità
diffuse. Persino la regia contribuisce a questo progressivo assopimento,
precedendo le scene clou con rivelatori movimenti di camera che assumono
tutte le caratteristiche di un autogol. Come se non bastasse, Shimizu ce la
mette tutta per far sembrare THE GRUDGE – già “auto-remake” della sua
creatura JU-ON (2000) - un plagio fatto in casa del connazionale RINGU, reso
celebre in tutto il mondo dal corrispettivo americano THE RING, diretto da
Gore Verbinski. Dalla videocassetta al volto semidecomposto e celato da una
lunga chioma corvina della vittima sacrificale, l’impressione è che il film
non rappresenti molto di più di una semplicistica copia carbone. Il problema
è che in quanto a raffinatezza e stile, nella fotografia e nella
scenografia, THE GRUDGE vale meno della metà. Alla fine neanche Bill
Pullman, straordinario protagonista dell’inquietante LOST HIGHWAY (David
Lynch), seppur avvezzo a ruoli noir riesce a tenere in piedi una trama della
più scontata banalità nella quale Sarah “Buffy” Michelle Gellar si perde
avvolta nell’anonimato più completo.
Voto: 15/30
04:01:05
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