
Sally e Conrad (Fanning e Breslin) sono due fratellini diversi come il
giorno e la notte: se lei è ordinata e pignola, lui è esagitato e
confusionario. Durante un pomeriggio di pioggia, mentre i due si annoiano in
compagnia della baby-sitter più anziana e pigra del mondo, compare
improvvisamente in casa un enorme gattone parlante (Myers). Dopo un iniziale
diffidenza, i due bimbi si faranno coinvolgere dal loro nuovo amico in
giochi sempre più sfrenati e divertenti. Dopo lo svago, però, bisogna
sbrigarsi a riordinare: la mamma tornerà presto per organizzare un party a
cui parteciperà anche il suo principale, un isterico maniaco della pulizia.
Apprezzato scenografo di BETTLEJUICE e EDWARD MANI DI FORBICE, per il suo
esordio dietro la cinepresa Welch punta tutto sull’aspetto visivo
realizzando forse il film più colorato della storia del cinema, ed una
fusione fra reale e digitale che raramente si è avuto modo di vedere in
passato. Una vera festa per gli occhi che assume presto la forma di un
videogioco impazzito dal ritmo insostenibile per gli spettatori che vantano
torte di compleanno con più di tredici candeline. Adattando il best-seller
americano per bambini “Dr. Seuss’ The Cat In The Hat”, Welch tralascia ogni
fine didattico per dedicarsi all’intrattenimento puro, e gioca la sua
partita con armi lecite – la vivace fantasia visionaria che ricorda appunto
BEETLEJUICE, il senso dell’umorismo – e meno lecite, ancorché abusate nel
cinema contemporaneo – sonoro da discoteca, citazionismo che in questo caso
punta ad arruffianarsi i favori del pubblico adulto – suscitando nello
spettatore qualcosa che assomiglia più all’euforia che al divertimento vero
e proprio.
Aspetti che permettono ad un film per ragazzi di rimanere a lungo nella
memoria, come l’atmosfera, il mistero, i sentimenti, sono qui volutamente
ignorati, ma chi accompagnerà al cinema i propri figli per farli assistere a
questo prodotto d’alta ingegneria saprà che i bimbi ne rimarranno per un’ora
e un quarto assorbiti, e per il resto del pomeriggio tramortiti. E spesso un
genitore ad un film non chiede niente di meglio.
Voto: 23/30
06.06.2004
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