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galantuomini di Edoardo Winspeare
con Beppe Fiorello,
Donatella Finocchiaro |
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26/30
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Salento anni '90. Lucia è una boss della Sacra Corona Unita, femmina sensuale travestita da dura, un figlio a carico avuto da un compagno che è anche complice (e la tradirà). Ignazio è un magistrato tornato a Lecce dopo 7 anni di purgatorio al Palazzo di Giustizia di Milano ("La cosa più bella di Milano è il treno per Lecce"). Fabio è un eroinomane rassegnato alla fine mentre finge di immaginare un futuro.
Salento anni '70. Lucia
Ignazio e Fabio bambini giocano a stanare con fucili di legno immaginari
rapitori, per poi correre su distese di pomodori secchi al sole. Flash back
di un'infanzia quasi felice nella luce abbacinante e spietata della Puglia
più profonda. Si incontrano di nuovo, dopo anni di distanze, per una
circostanza tragica. Si insinuano nuovamente nella mente di Ignazio gli
occhi profondi e affamati di Lucia, quel suo essere donna in ogni gesto, fin
da quando era una ragazzina troppo magra infilata in un grembiule a scacchi.
Il dilemma del magistrato è la scelta tra felicità e rinuncia, tra diktat
morale e disconoscimento dei valori su cui ha costruito la propria esistenza
di strumento della giustizia. Si scontreranno, straziati, si ameranno per
una notte, fino a che un trillo di telefono li riporterà alla realtà della
loro distanza. Winspeare racconta ancora una volta la sua terra in una
storia dai toni forti, melò. A tratti intensissima rappresentazione di una
passione tra un uomo e una donna, a tratti più debole nella rappresentazione
di una realtà criminale che troppo bene è stata descritta da Garrone nel suo
Gomorra per poter essere
eguagliata. Un buon film, che conferma Winspeare uno dei registi più
promettenti del panorama cinematografico italiano. Donatella Finocchiaro,
intensa, premiata al Festival di Roma come miglior attrice. 20:11:2008 |
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