Il
film è portoghese ed ha lo stesso produttore di De Oliveira, Paulo Branco,
ma alle 10, quando solitamente ha già preso corpo il serpente della coda
per la proiezione mattutina di Un Certain Regard, poche persone
stazionano vicino alla transenne, mentre ieri c'era ressa per il maestro
92enne.
La spiegazione sta nel fatto che qui si parla della minoranza etnica lusitana
nella banlieu parigina, quest'ultima già osservata, dalla parte maghrebina,
in METISSE. Dopo un fastidiosissimo inizio che ci fa temere l'ennesimo
dogma senza talento, veniamo sopraffatti dalla storia e schiacciati contro
il muro, a volte sordo e muto, della nostra coscienza. La morte di Alvaro
per questioni legate al piccolo spaccio, la conseguente lotta della madre
contro il mondo, in cerca di una residuale giustizia o, perlomeno, di
una solidarietà tipica delle tribù assediate, hanno una forza primigenia,
che pochissimo deve alla m.d.p. usata alla danese [Solondz docet].
Cidelia, la madre di Alvaro, affronta il calvario dei rifiuti e delle
ritorsioni private con il piglio dell'eroina e della martire. I legami
di gruppo e quelli familiari, un tempo, l'avrebbero in qualche modo salvata
e, forse, premiata. Oggi, Era dell'Indifferenza Globale, Eroe è chi antepone
la miseria della propria sopravvivenza senza traumi condivisi ad
una qualunque idea di giustizia.
Voto: 27/30
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