da 62ma mostra del cinema di venezia

GABRIELLE

di Patrice Chéreau

Con Pascal Greggory, Isabelle Huppert

di Marco GROSOLI

 

Jean è un altoborghese della fine del secolo XIX. Sicuro di sé e di ciò che la circonda, in primis della moglie. Che però, come apprende una sera al suo ritorno da una lettera di lei stessa, lo cornifica e lo lascia senza alcun preavviso. Poi torna. Disperazione, litigi.
E noia a non finire. La pericolosissima fascinazione di Chéreau per il teatro, mai accantonata, in questo caso dà risultati deprimenti. La sua regia di fatto si appiana su quella teatrale, stendendo un tappeto rosso alle abilità degli attori e concedendo carta bianca al potere espressivo della parola. Che però ha bisogno di un diabolico domatore, cioè un de Oliveira (o uno qualsiasi dei grandi portoghesi) o un Rohmer: Chéreau invece la lascia debordare senza ritegno, e alla fine le chiacchiere (perché questo si scambiano Pascal Greggory e la Huppert, alla fine) allagano il film insieme a quintalate di pathos senza senso.
E mosse altisonanti come l'alternanza tra colore e bianco e nero, o l'intrusione improvvisa di caratteri di scrittura (frasi in maiuscolo tipo "E LUI NON LA VIDE MAI PIU'!", per capirci) sullo schermo, fingono di imbastire una dialettica espressiva cinematografica quando in realtà, al contrario, buttano solo benzina sul fuoco di paglia delle emozioni sbraitate ed appiccicaticce.

Voto: 20/30

09/09/2005

 

Tutte le recensioni di Venezia 2005

GABRIELLE
Regia: Patrice Chéreau
Anno: 2004
Nazione: Francia/Italia
Data uscita in Italia: 09:09:2005
Genere: Drammatico