
FLAWLESS è la storia di due individui che in una New York violenta e maschilista
coabitano nello stesso palazzo in appartamenti comunicanti tramite finestra,
e si detestano cordialmente fino a che una serie di circostanze drammatiche
non guida un loro avvicinamento e la nascita di un rapporto di amicizia
che arricchisce entrambi a dispetto della loro diversità.
La presentrazione delle due esistenze viene condotta nelle prime battute
del film in modo parallelo con sequenze contrapposte e incastonate in
un montaggio alternato: Walt si prepara per la serata "ingiacchettandosi"
e "gellandosi" i capelli e lancia allo specchio occhiate compiaciute per
la propria fascinosa virilità, mentre Rusty carica il suo corpo di trucco,
diademi e stoffe sgargianti nel tentativo, un po' caparbio e un po' triste,
di appropiarsi di quella femminilità che la natura gli ha negato. Walt
si reca in un locale per una elegante notte di tango e di sesso con una
donna raffinata mentre Rusty si dedica ad un'orgia di chiacchiere e starnazzi
con le sue generose ma francamente un po' volgari "amiche". Nei brevi
casuali contatti tra i due - attraverso le finestre, nell'atrio del palazzo
o davanti all'ascensore - l'attrito dell'intolleranza scintilla in gesti
di scortese rifiuto o di esplicito insulto, dove si cristallizza il contrappunto
di due personaggi apparentemente antitetici. Walt è un poliziotto duro
e fiero, decorato per atti eroici, ammirato dai colleghi, possessore di
buon gusto borghese e seduttore niente male, tanto che nella festa da
ballo si permette di respingere con disprezzo e senza eufemismi ("tu sei
una puttana") la dichiarazione di una devota corteggiatrice.
Drag Queen Rusty invece è un uomo sprezzante del proprio sesso e ossessionato
dal corpo che si porta indosso come un soffocante involucro organico che
imprigiona un'anima sensibile e passionale, inevitabilmente oltraggiato
da una società culturalmente impreparata ad accogliere il diverso, ma
comunque forte e coraggioso nel sostenere la propria identità sincera.
Un montaggio dalla orchestrazione puntuale inserisce la vicenda del furto
di quattrini che devierà le storie parallele dei due protagoniti facendole
convergere in un percorso comune. Come è tipico nello stile narratologico
del cinema americano dai tempi delle intuizioni di Griffith, la caratterizzazione
dei personaggi è un po' eccessiva e quindi semplicistica: Mrs. Spivak
ed i suoi scagnozzi sono delinquenti senza giustificazione che servono
la necessità di un target su cui scaricare l'odio del pubblico e l'esercito
di travestiti, con le loro divise e la loro mimica irritante, indulge
forse in un evitabile kitsch. Tuttavia la tendenza ad una deriva verso
la superficialità è bilanciata dalla evoluzione del racconto in cui le
circostanze avverse - la malattia per Walt e il coinvolgimento nel furto
per Rusty - forniscono il pretesto narrativo per uno scavo più profondo.
Walt drammaticamente indebolito dal suo stato di menomazione si scontra
con la vulnerabilità della sua forza fisica, con la fragilità del suo
rigore morale finchè il programma di riabilitazione non lo costringe a
frequentare il mondo del travestito, a fruire della sua femminea professionalità
canora, a confrontarsi con la vitalità esuberante di personalità alternative
fino ad allora disprezzate. Il rapporto sulle prime è conflittuale, ma
superato il pregiudizio iniziale il poliziotto abbandona pian piano l'ideale
di una maschera austera e scopre il valore degli affetti e dei sentimenti
che possono legare le persone e dare loro felicità nonostante i limiti
morali e le diversità di gusto e di intenzioni. Nella affettuosa confidenza
che nasce tra di loro, i due protagonisti si scambiano segreti spiacevoli:
Walt racconta del tradimento e dell'offesa subiti da parte del suo migliore
amico e della moglie che lo ha abbandonato, Rusty dichiara la sua poco
dignitosa carenza di autostima ("sono una donna sola e brutta"), mostra
di avere un debole per un bruto che la maltratta e rivela di essersi impossessata
in modo disonesto del denaro. Ma al di là dei loro peccati e delle loro
imperfezioni Walt e Rusty si legano in una solidarietà che arriva a coinvolgere
i due opposti schieramenti di amicizie - i colleghi poliziotti e il gruppo
di "checche" - e persino la vecchia della porta a fianco in un festeggiamento
collettivo colorato e gioviale.
Rusty finisce per vincere il complesso del suo handicap e ritrova anche
una strada verso l'amore con la "puttana" che prima rifiutava e che ora
scopre essere dolce motivo di un sostanzioso appagamento emozionale. In
definitiva nello sviluppo della storia viene sedimentandosi, con delicatezza
e senza intollerabili cadute nel patetico, un messaggio un po' buonista
ma non troppo banale: nessuno è senza difetti ma ognuno possiede una sua
dignità e ciascuno può trovare le felicità nelle esperienze personali
e nei rapporti d'affetto con le persone giuste per sè. L'intenzione apprezzabile
del "contenuto" è forse tradita da un eccessivo schematismo drammatico;
il bonus per un riscatto morale è concesso solo a personaggi destinati
a riscuotere il consenso del pubblico, mentre altri rimangono come figure
negative facili da condannare: la donna che amava Walt per spillargli
i soldi dell'affitto e il mafioso criminale senza scrupoli, con i suoi
viscidi servitori.
Nonostante le pecche dell'impianto narratologico la struttura del film
è rinsaldata dall'effetto collante di una tenuta formale degna di nota,
che forse è la cifra più elevata del film.
La scansione temporale delle vicende si svolge secondo un ritmo equilibrato
e gradevole; lo stile delle inquadrature che privilegia i campi medi ai
primi piani contrapposti nei dialoghi e le riprese con macchina a mano
conferiscono agilità al narrato.
Molto curata e ben riuscita è la fotografia che si fa apprezzare soprattutto
negli spazi all'interno del palazzo, dove le tonalità acide ed eleganti
della luce, in prevalenza bluastre, ricordano (umilmente) l'estetica del
THE MILLION DOLLAR HOTEL di Wenders e creano una piacevole suggestione
oniricheggiante. Di notevole interesse il ricorso al grandangolo e il
sapiente uso di quinte: scene con figure riprese attraverso la ringhiera
della scalinata o delimitate dagli stipiti di una porta aperta spesso
sistemata al lato dell'inquadratura. La scena del chitarrista che improvvisa
cantilene contro la fidanzata che l'ha abbandonato compare di tanto in
tanto come un flesh narrativamente sconnesso molto suggestivo, valorizzato
dalla elaborata estetica fotografica.
In conclusione FLAWLESS non è un capolavoro ma può essere considerato
una buona prova di un regista dal discreto curriculum che in passato ha
anche conosciuto cadute di stile in performances di livello decisamente
più grossolano.
Voto: 25/30
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