
Nella commedia che viene proiettata in questi giorni, appare come direbbe
il compianto Visconti un tipico “Gruppo di famiglia in un interno;” sono
infatti i componenti di una famiglia facoltosa a confrontarsi con se stessi,
proiettando su coloro che li circondano nello stretto nucleo famigliare
le insofferenze, i misteri, i comportamenti oscuri ed occulti, nonché
le gelosie e tutti i danni che la famiglia in quanto nucleo chiuso produce,
ma non solo, in quanto nucleo chiuso, bensì anche perché
è la famiglia stessa, che sovente crea ostruzioni, ferite, gabbie,
fobie, ossessioni, prevaricazione. Questo film è ambientato verso
la fine della seconda guerra mondiale, nella trama si allude al collaborazionismo,
contro il quale una donna della famiglia commette un crimine efferato
ma dal sapore non di mera vendetta… Questo gesto resta impunito, ma reca
come una maledizione insita in una sorta di predestinazione che porterà
la stessa famiglia ad un finale Shakespeareano. Tutto ciò che nella
società viene nascosto, nell’ambito composito del nucleo famigliare
riaffiora e si stempera, a volte; purtroppo ciò non avviene, come
in questo caso. Il film annota lenti passaggi scenografici, avviati su
interni ove si cela un nucleo di affetti apparentemente normale e che
da adito allo sfociare di grandi dolori. E’ da un lato il potere; quella
sete che crea il danno delle forzature nei rapporti, e pare possa creare
invece dell’osmosi, soffocamento, sino a costruire gabbie in cui sfociano
delittuose gesta: specchio della società odierna, è questo
film, in cui predomina il fascino del potere, offerto dalla politica,
con i compromessi conseguenti, insiti nel desiderio di espletare cariche
a livello pubblico, la voglia che rasenta le manie e gli amori carnali,
clandestini, consumati a getto continuo, profanando il vincolo coniugale
colpevole di essenzializzare un insoddisfazione e di rappresentare il
simbolo di un amore stantio, che rende sordi al sentimento coloro, che
d’altra parte in fondo lo sono sempre stati. Mentre il respiro delle forti
personalità, avvince con i segreti, la forza identificatrice e
la capacità di disegnare i contorni ai caratteri sulla base della
manipolazione, e della predisposizione a costruire le gabbie altrui, nella
consapevolezza, e nella nostalgia che precludono lo sfogo sia della vera
passione che del sentimento di libertà.
E’ questa, una commedia dal ritmo lento, ove la sequenza fotografica accompagna
bene le pulsioni caratteriali e lo svolgersi delle azioni. Tutti i costumi
specchio della società attuale, in questo copione sono sfruttati,
da un lato si è spettatori di un pamphlet, a cui non mancano gli
ingredienti per un giallo espresso in tono minore, sotteso e lento… il
dramma sembra profilarsi fin dall’inizio dipanando quell’affettazione
e quel timbro rattenuto e cercato sapientemente dai componenti della famiglia.
Un paese della Francia terra di bonifica politica, un gruppo di persone
privilegiate, che si danno da fare per non essere vicendevolmente fastidiose,
poi costruiranno una trama come tela di ragno, da cui svincolarsi sarà
difficile, anzi impossibile. E la nemesi storica di antichi drammi si
ripete, la colpa come un ossessione fatale, funge da cerchio concentrico
cui s’attorcono gli elementi predestinati che affonderanno nell’anonimo
fondale i personaggi, schiavi di un ruolo drammatico, senza che questo
favorisca l’espressione e l’acquisizione di vere e potenti personalità
salvaguardabili.
Link:www.mikado.it
Voto: 24/30 |