fine pena mai

di Davide Barletti, Lorenzo Conte

con Claudio Santamaria, Daniele Pilli
Altri interpreti: Giuseppe Ciciriello, Valentina Cervi

di Luisa SCARLATA

 

29/30

 

IIl film nasce dal diario di Antonio Perrone, rampollo di una famiglia benestante dell'Italia del Sud che negli anni ’80 tra pistole ed eroina, tangenti e lutti si ritrova immerso completamente nell’attività della Sacra Corona Unita. Antonio Perrone è stato condannato a 49 anni di carcere in isolamento ed è detenuto dal 1989 nel carcere di massima sicurezza dell’Asinara, carcere che si raggiunge solo per mare ed è noto alla cronaca negli anni ’90 per via dell’articolo 41bis e di Borsellino e Falcone.
È proprio Perrone a raccontarsi, nell'autobiografia "Vista d'Interni" e nel film di Davide Barletti e Lorenzo Conte, che qui firmano per il collettivo Fluid Video Crew. Si tratta di un quartetto di videomaker noto ai festivalieri (il loro Italian Sud Est andò nel 2003 in "Nuovi territori" a Venezia) che dopo l’esperienza formativa dei centri sociali e la ricerca sul Salento come “terra di transito e frontiera”, con Fine pena mai realizzano il loro primo film di finzione a interesse nazionale.
Agli inizi degli anni ’80 Antonio Perrone è il promettente primogenito irrequieto di una benestante famiglia salentina. è la sua eccessiva “voglia di vivere” che lo porta a crearsi un’esistenza fatta di droga, di sballo e di auto veloci. L’unica costante nella sua vita è Daniela, la fidanzata dai tempi dell’università. Insieme sognano una vita all'insegna della conquista dei piaceri più evidenti che una società consumistica promette. Per raggiungerli si trasformano da giovani romantici in protagonisti del piccolo crimine di provincia, fatto di rapine, spaccio di droghe e giochi d’azzardo, attività tenute in piedi grazie ad un piccolo gruppo di malviventi, tra cui spicca lo spietato Gianfranco. Ma la scalata al potere malavitoso, sarà frenata dalla polizia con il primo arresto di Perrone. In carcere, però, il “piccolo” boss conosce boss e malavitosi più grandi di lui che lo introducono nella “famiglia”, una mafia di derivazione camorristica, la Sacra Corona Unita. Nel frattempo i vecchi amici moriranno o spariranno e lui, una volta uscito dal carcere, diventerà l’esponente di una nuova forma di organizzazione criminale che, però, da lì a pochi anni vedrà cadere in seguito alla forte repressione da parte dello Stato.
Il titolo Fine pena mai è senza dubbio un riferimento ai 49 anni di reclusione a cui è stato condannato il suo protagonista e alla certezza di dover vivere con il rimorso di non aver mantenuto la promessa fatta alla moglie Daniela e al figlio Alessio: non lasciarli mai soli.
I richiami ai film che raccontano la criminalità sono molti ed evidenti. Esempi sono Quei bravi ragazzi e il nostrano Romanzo Criminale dei quali, attraverso questo film, i registi Barletti e Conte dimostrano di conoscere nei minimi particolari.
La regia è virtuosa e la ricostruzione è accurata. Lo stesso vale per gli interpreti del film: Santamaria è davvero sorprendentemente reale in questa sua interpretazione, molto di più che nel suo famoso ruolo del “Dandy” in Romanzo criminale dove era più visibile la sua freschezza come attore.
Ma il ritmo del film è piuttosto lento e forse anche troppo concentrato sul lato sentimentale e passionale del protagonista. Infatti, se prese singolarmente tutte le attività che circondano la realizzazione di un film, nel complesso il testo cinematografico non riesce a restituire la vera disperazione e inquietudine che caratterizza la figura di Antonio Perrone.
 

12:03:2008

fine pena mai

Regia: Davide Barletti, Lorenzo Conte

Italia/Francia 2007, 90'
DUI: 29 febbraio 2008
Genere: Drammatico