da 63ma mostra del cinema di venezia

I FIGLI DEGLI UOMINI

di Alfonso Cuarón
Con Clive Owen, Julianne Moore
Osella miglior contributo tecnico

di Luca MINIUSSI

 

Londra. Anno 2027. Un televisore di un locale pubblico trasmette la tragica notizia che la persona più giovane del pianeta è stata assassinata, aveva 18 anni. Dal 2009, infatti, non nascono più bambini per ragioni non ancora comprese dalla comunità scientifica e quindi l’umanità è ormai rassegnata all’estinzione. Tra gli sguardi attoniti dei passanti di fronte alla notizia dell’assassinio, Clive Owen si fa largo per comprare una bibita, uscire dal negozio, rivolgendo appena uno sguardo sfuggente al televisore.
è possibile vivere il presente sapendo che l’umanità sta per estinguersi? Solo a patto di trascinarsi giorno dopo giorno senza alcuno scopo con l’atteggiamento di chi tira a campare, proprio come il protagonista, che attraversa ogni inquadratura della prima parte del film come se nulla lo interessasse, distaccato, riluttante. Anche l’ennesimo attentato terroristico, in un pianeta praticamente devastato dalla guerra, non lo preoccupa minimamente. A muoverlo non è l’ostentazione di quella sicurezza che non gli accadrà niente, come Robert Duvall tra le bombe di APOCALYPSE NOW, ma il disinteresse per una vita che gli ha portato via suo figlio, ha rovinato il rapporto con sua moglie e ha spento tutte le illusioni giovanili da attivista politico.
L’unica persona con cui riesce a sentirsi ancora a suo agio è un eccentrico e capellone Michael Caine, che vive isolato in un angolo nascosto della foresta, circondato da musica, arredamento e fumo in puro stile hippy anni ’70.
è infatti il legame col passato, l’immobilismo di una società senza futuro, un futuro che si è fermato al presente se addirittura non è ulteriormente regredito, la chiave di lettura di questo film. Un film di fantascienza, o comunque ambientato nel futuro, in cui non ci sono macchine volanti o viaggi nello spazio, ma in cui, al contrario, il protagonista Clive Owen deve seminare il gruppo rivoluzionario con una vecchia auto che ha appena dovuto far partire a spinta, scena divertente e ironica, quanto rappresentativa della regressione che il conflitto globale ha portato alla società.
La visione del regista, dopo un inizio cupo e senza speranza, lascia spazio, nel corso del film, alla trasformazione del protagonista, e con lui simbolicamente dell’umanità, volenterosi di aggrapparsi, a qualunque possibilità di riscatto e di rinascita a nuova vita.
Magistrali sono i piani sequenza di Cuaron, che integrano senza soluzione di continuità effetti digitali e tecnica artigianale, confermando le qualità del regista e la sua capacità di far convivere temi sociali e ritmo da blockbuster.
 

Voto: 27/30

09:09:2006

 

Tutte le recensioni di Venezia 2006

Children of Men
USA 2006, durata 114'

Regia: Alfonso Cuarón
Data uscita in Italia: 17:11:2006
Genere: Fantascienza