
Bruce Willis
“regina della casa”, con grembiule e pantofole, intento a parlare di arrosto
con le patate e pavimenti da lucidare. Una versione inedita per il duro di
Hollywood che, almeno nella prima parte del film, rende visibile il
grottesco, palpabile quel desiderio di ridere dell’immagine precostituita di
un personaggio e della sua coazione a ripetersi. Peccato che il grottesco
sia a tratti accompagnato dall’imbarazzo, a causa degli attori che cercano
una recitazione troppo sopra le righe (i pianti di Bruce Willis e Amanda
Peet) e del regista che non impone il giusto ritmo a delle scene che
avrebbero richiesto sottolineature musicali sarcastiche e un montaggio meno
serrato. In ogni caso, come era facile prevedere, il plot della storia farà
tornare i nostri attori in mezzo a scene d’azione, inseguimenti, rapimenti,
ovvero in un territorio in cui Hollywood è maestra nella tecnica ma spesso
banale nei contenuti.
Questo sequel riforma la strana coppia killer/dentista, sicuramente più
affiatata che nel precedente, fino al punto che in una scena citano Steve
Martin e John Candy in UN BIGLIETTO IN DUE risvegliandosi abbracciati in un
letto matrimoniale. La storia risulta eccessivamente complessa e piena di
colpi di scena per un film senza pretese di originalità e, piuttosto che
citare LA STANGATA, finisce per citare i suoi epigoni minori.
Una carta vincente, comunque, la possiede e viene ottimamente distribuita
nell’arco di tutto il film. Si tratta della serie di personaggi di contorno
che garantiscono sequenze e battute spesso fulminanti. In particolare si
segnala il boss criminale, dal bizzarro accento ungherese (una volta tanto
non il classico mafioso siciliano!) interpretato molto bene da Kevin Pollack.
Intorno a lui ci sono una serie di imbranati scagnozzi e la sua anziana
madre, che sembra uscita dalla sala del the del film inglese LA SIGNORA
OMICIDI. La loro presenza rende il film più spassoso del precedente che era
basato, con troppe e disilluse aspettative, solo sulla coppia protagonista,
incapace, in entrambe le prove, di trovare il ritmo della commedia
brillante.
Voto:
17/30
29/09/2004 |