Nella spagna franchista, una bambina segue la madre al seguito di un crudelissimo ufficiale fascista con cui va a stare. A confronto con una realtà così terribile, si inventerà uno strano mondo allucinatorio, con creature incantate che le promettono l'immortalità.

Un film che si vorrebbe fantastico ma, per l'esiguità dei momenti di fantasia e per la mediocrità degli effetti speciali impiegati, finisce per essere un semplice polpettone televisivo sul fascismo. Che non ci dice nulla di significativo e che anzi risulta piuttosto fuorviante. Troppo facile dire che “i fascisti sono gli altri”. Troppo facile dire che la vita sta di qua e la morte di là, uomo=fascista e donna=santa che si sacrifica per una speranza che tanto rimane impossibile, di qua la realtà, di là la fantasia, di qua le cose che si vedono, e di là gli effetti speciali. Qualunque cialtrone ci arriva, fino a qua. Più difficile far vedere la realtà come essa stessa fantasia, come appoggiata inguaribilmente a un sostrato immaginario.

Non è questa paccottiglia che interessa, ma i tentativi che davvero tentano la sovrapposizione di questi due poli opposto nel momento stesso in cui vengono distinti. Non c'è bisogno di arrivare come Kubrick a dimostrare che la realtà è l'effetto speciale definitivo. Basta fare come il geniale e sottovalutato Polar Express che ci mostra tutta l'irrealtà del movimento, la cui percezione è alla base del nostro stesso principio di realtà. O come Miyazaki, per cui il sostrato politico è tuttuno con il mondo fantastico, non c'è la barbara distinzione che opera Del Toro. O come qualunque film di Shyamalan (The Village su tutti), o come tanti altri esempi possibili. Sennò si fa dell'oscurantismo e basta.

Voto: 23/30

28:05:2005

Tutte le recensioni di Cannes 2006