
Los Angeles 2001. Ancora una sfida tra auto, ancora un bolide contro l'altro,
teenager contro teenager, velocità, rischio, soldi, sfida contro
la morte, ancora una GIOVENTÙ BRUCIATA, come se l'America di James
Dean o di RUMBLE FISH non fosse già abbastanza. Dominic Toretto
di giorno trasforma le auto in proiettili da strada e la notte salta in
groppa al suo bolide con tanto di iniezione computerizzata e quant'altro
lo faccio volare nelle highway californiane. Intorno, chiaramente, un
sostanzioso giro di scommesse in dollari sonanti. Poi c'è Brian,
anche lui appassionato di bolidi, che entra nel gruppo adrenalinico e
conquista la stima di Dominic solo dopo uno scontro fiammante a suon di
sgommate. E la sorella di Dominic, Mia - perché Hollywood ha sempre
bisogno di una donna che si innamora dell'eroe, tara che ci si porta dietro
dai film Western (sembra funzionare) - interpreta la parte della ragazza
innamorata di Brian che, colpo di scena, è un poliziotto infiltrato.
Ricordate POINT BREAK? Be', se non lo ricordate dategli pure un'occhiata,
è il medesimo plot. Gli ingredienti sembrano funzionare, allora
perché buttarli via?
Insomma, inquadrate infocate che scappano via in pochi secondi come i
bolidi filmati in sequenze brucianti da vero videoclip. Il film punta
tutto su questo, sull'iniezione elettrica da dare in testa allo spettatore,
sulla costruzione di un propellente narrativo che funzionasse come il
propellente d'azoto utilizzato nelle auto. E i protagonisti, palestrati,
decisi, non hanno una personalità tale da alterare la storia e
suggerire nuove intuizioni che si discostino dall'idea di sfida, forza,
fame insaziabile di vittoria. Brian entrerà in crisi, tra il suo
ruolo di garante della legge e nuovo amico della banda scatenata, e l'amore
adolescenziale per Mia.
Da Rob Cohen (DRAGONHERT), regista del film, ormai non ci aspettiamo di
più di una pellicola da botteghino. Il film, infatti, negli USA
ha funzionato anche se alcuni tentativi di emulazione, inevitabili, hanno
sollevato critiche negative e tentativi falliti di censura. Tentativi
che forse in Italia andranno in porto.
Vin Diesel, invece, capo della banda, messosi in luce con SALVATE IL SOLDATO
RYAN e PITCH BLACK, non va oltre un'interpretazione scontata e facile
di un cattivo superadrenalinico che lancia sfide supersoniche come se
fossero gomme da masticare.
Belle, però, le sfide su strada. Spettacolari, veloci, rapide.
Ma non sembrano abbastanza.
Voto: 22/30
|