THE FAMILY MAN
di Brett Ratner
con Nicolas Cage, Tea Leoni, Don Cheadle,
Jeremy Piven e Makenzie Vega



Jack Campbel (Nicolas Cage) è un brooker di successo che ormai si trova all'apice della sua carriera. Presidente di una compagnia finanziaria a wall street si ritrova a natale nel mezzo di un affare miliardario e non si crea alcun problema o scrupolo a lavorare durante le festività, perché per lui la vita è una festa.
La giornata di Jack inizia scegliendo un abito da indossare, tutti rigorosamente cuciti per lui, per poi scendere dall'attico in cui vive e accedere la sua auto, chiaramente una Ferrari.
Jack, per uno strano motivo, contro il suo volere, si trova ad avere la possibilità di vivere, solo per un periodo limitato, la vita cui era destinato se avesse fatto scelte diverse all'inizio della sua carriera. Si addormenta nella sua abitazione a New York tra le cose che più ama, per svegliarsi insieme alla ragazza che tredici anni prima stava per sposare e a due bambini, i suoi figli, in una piccola località di provincia.
Adesso Jack ha una grand'opportunità, dare un'occhiata a come sarebbe potuta essere la sua vita.
Forse è il sogno di tutti, quello di poter vivere più vite, anche se al protagonista non va affatto giù, abbandonare il suo modo di vita per cui ha lavorato duramente e viverne una che non gli appartiene.
Il film cerca di indicare, suggerire una via: quella di preferire un'esistenza da padre di famiglia con tutti i suoi problemi piuttosto che una più agiata, ma sicuramente più vuota da rampante manager di successo che pensa solo al suo lavoro. Il mezzo con cui il regista (Brett Ratners) cerca di comunicare questa condizione è attraverso il personaggio di Jack Campbell (N. Cage), che giunto oramai a toccare l'apice della sua carriera si ritrova coinvolto nel tram tram della vita familiare tra pannolini e problemi di coppia.
Jack, in principio, sembra vivere in un incubo, abituato a tutti i suoi confort, al potersi comprare quello che vuole ora deve fare economia e deve accontentarsi di quello che ha. Poi però comincia ad abituarsi alla vita familiare fino ad amarla e a non volerne più fare a meno. Il sogno e la vera vita diventano per lui ciò che all'inizio gli erano sembrati un incubo da cui risvegliarsi il più presto possibile. Vivere significa vedere i propri figli sorridere, imparare, giocare con loro e, perché no, dover spalare la neve dal tetto, amare la donna che ha dato vita a tutto questo e che ci rende appagati anche senza possedere denaro e potere perché il vero potere è essere felici.
Il film, inoltre, si avvale di una bellissima fotografia (Dante Spinotti) che non solo ci regala una stupenda panoramica di un natale sotto la neve, ma che sembra saper mettere ancora più in evidenza, attraverso la magia dei suoi colori, la vera magia della vita, ossia il grande amore.

Voto: 23/30

Adriano COPPOLA
17 - 08 - 01


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