
Torna sul grande schermo, in occasione del suo 20° anniversario, un
classico a cavallo tra fantasy e favola, la storia dell'amicizia commovente
tra un bambino troppo solo ed un piccolo alieno perso sulla Terra, la
storia senza tempo di E.T. l'extra-terrestre. Arricchito da scene rimaste
inedite, immagini rielaborate al computer e da una colonna sonora rimixata
in digitale, l'emozionante capolavoro di Steven Spielberg affronta il
XXI secolo con il vigore e l'energia di un restiling che ne esalta il
contenuto senza snaturarne l'essenza. "Ha paura. E' completamente
solo. E' lontano tre milioni di anni luce da casa". Questa la campagna
promozionale che nel 1982 salutava la nascita del mito dell'omino rugoso
col viso modellato sul volto del poeta Carl Sandburg e dello scienziato
Albert Einstein. Oggi, nel 2002, i piccoli che allora si entusiasmarono
e piansero e sognarono con il film che, per primo, parlava al bambino
che è in noi, sono ben felici di farlo vedere ai loro figli e quelli
che erano i genitori rampanti degli anni 80 ai loro nipoti. La pellicola,
infatti, sfidando le regole che lo vogliono effimero e volatile prodotto
di consumo, recuperando i danni dell'usura del tempo, sopportando il morso
dei costumi e delle mode che si avvicendano nutrendosi l'una dell'altra,
mantiene intatta la sua poesia fatta di caratteri e personaggi, di emozioni,
sentimenti ed avventura.. anzi dell'avventura più grande mai vissuta:
crescere sapendo di poter amare al di là dell'apparenza, comprendere
oltre la comunicazione, credere a dispetto della ragione. Ed infatti,
la pellicola di Steven Spielberg è sì l'apoteosi dell'immaginario
di chi, sin da bambino, attende l'arrivo degli extraterrestri sulla Terra
pensandoli come creature amichevoli, ma anche una fantasia inconscia dell'infanzia,
l'indagine sulle reazioni di un bambino di dieci anni al divorzio dei
genitori, il desiderio di un amico speciale che lo salvi dalla tristezza
di una rottura troppo grande per la sua comprensione. Questo amico da
un altro mondo sarebbe stato brutto ma non terrificante, diverso ma non
estraneo, forte ed indifeso al tempo stesso, tenero ed amabile al di là
della diffidenza.. oggetto di quella prova di maturità che fa diventare
adulti. La scelta dell'aspetto di E.T., dunque, fondamentale per il successo
del film, indispensabile per suscitare la compenetrazione del pubblico,
l'affetto dei bambini, la protezione degli adulti, fu qualcosa di profondamente
studiato e ponderato da Spielberg, i suoi assistenti ed il famoso disegnatore
Ed Verreaux. Quello che il regista voleva era che l'alieno fosse una piccola
tartaruga senza guscio alta meno di un metro, col collo retrattile, i
piedi piccoli e tozzi e soprattutto gli occhi intensi e tristi. Spielberg
e Rambaldi, il progettista che aveva già disegnato per lui l'alieno
di INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO, composero un vero identikit poliziesco
del volto di E.T.: il risultato fu qualcosa di assolutamente unico, una
creatura che non somigliava agli alieni di nessun altro film, un'icona
che sarebbe stata capostipite di un'intera generazione di "uomini
dello spazio".. Nei primi minuti del film E.T. sarebbe dovuto essere
a stento visibile, una figura tra l'ombra e la luce, riconoscibile solo
per lo scintillio dei suoi grandi occhi, fino ad essere disvelato in un'atmosfera
magica di luce ed aria rarefatta che ne rendesse indelebile l'impressione
nell'immaginario collettivo. L'effetto è stato ottenuto ed ancora
oggi, a venti anni dalla sua uscita nelle sale, pur sapendo benissimo
cosa ci aspetta, rimaniamo pur sempre colti da grande emozione di fronte
allo spettacolo dell'imponderabile che si fa reale, del sogno che si materializza
e ci viene incontro sgranocchiando noccioline ricoperte di cioccolata..
Il film, candidato a nove premi Oscar incluso miglior film, miglior regia
e miglior sceneggiatura originale, vincitore di quattro: miglior colonna
sonora originale, effetti visivi, effetti sonori e montaggio effetti sonori,
fu il trampolino per la carriera dei piccoli protagonisti (Henry Thomas,
Drew Barrymore, C. Thomas Howell ed Erika Eleniak) ed una tappa prestigiosa
nel curriculum di grandi professionisti come Dee Wallace e Peter Coyote.
Le condizioni in cui si trovava ad affrontare le celebrazioni per il ventennale
facevano i conti con un negativo originale su cui il tempo aveva evidentemente
lasciato il segno. E' stata, pertanto, colta l'occasione di sfruttare
i progressi tecnologici e l'avvento del digitale per restaurarlo come
fosse un'opera di architettura in cattivo stato di conservazione, mirando
a non cambiarne la sostanza. Narra il mito che lo stesso Steven Spielberg
visionasse accuratamente tutto il film individuando le singole inquadrature
da rielaborare con gli effetti visivi più moderni. Del difficile
compito si sono occupate due unità della ILM che hanno curato aspetti
tecnici ed animazione. Si è, così, proceduto al restauro
della pellicola, a rielaborazioni digitali che non fossero stonate con
la natura del progetto, ad inserire, dove necessario, un E.T. digitale
per rendere la creatura più naturale ed i suoi movimenti più
fluidi, ad intervenire, dove possibile, sui modellini. Sono, inoltre,
stati sostituiti i vecchi fondali con nuovi che consentissero di animare
alberi e nubi o di dare effetto verosimile al mantello del piccolo Elliott
nella scena del volo in bici e sono, infine, state reinserite scene escluse
dalla pellicola dell'82 che, in questa edizione, vengono usate per meglio
introdurci nella conoscenza dei due amici ed a farci partecipi dell'intesa
che passo dopo passo si crea tra loro sino a divenire una vera compenetrazione
telepatica. Tra le scene dapprima tagliate dal montato finale vi è
quella molto tenera in cui Elliott porta E.T. nel bagno, lo pesa (scopriamo
che l'extraterrestre pesa 16 kg), gli spiega la differenza tra acqua calda
e fredda ed, allontanatosi per rispondere al telefono, lo ritrova immerso
nell'acqua (Rambaldi aveva anche costruito un modello apposito per questa
scena originariamente ritenuta non indispensabile), o quella in cui E.T.,
in un atto di completa fiducia, mostra al piccolo umano come possa allungare
il collo mettendo a nudo la sua vulnerabilità, o anche quella in
cui la mamma disperata si getta alla ricerca dei suoi figli inghiottiti
nella follia della notte di Halloween. La scena iniziale della fuga del
piccolo alieno dinanzi all'inseguimento dei poliziotti, invece, è
una di quelle interamente rifatte dagli specialisti della ILM. E.T., infatti,
si muoveva in modo troppo lineare, come su di un carrello e questa versione
doveva essere riadattata al tipo di corsa verosimilmente più adatta
a quella di una creaturina con le gambe corte e tozze ed i piedi piccoli.
Per altri versi le piccole imperfezioni presenti nella pellicola che erano
diventate, nel tempo, una vera caratteristica dell'alieno più amato
della storia del cinema, sono state rispettate come i difetti di un qualsiasi
essere vivente che contribuiscono a renderlo più vero e, per questo,
vicino e reale. Se E.T. fosse stato ab origine un personaggio digitale,
i piccoli attori che con lui dovevano interagire non sarebbero mai stati
così naturali ed efficaci come sono stati avendo, invece, un pupazzo
col quale entrare in sintonia. La modifica più importante, comunque,
dell'intera pellicola stampata per il 20° anniversario insiste, paradossalmente,
su un piccolo particolare che Spielberg ha sempre rinnegato. In un'intervista
del 1995 il regista, infatti, dichiarava: "Ci sono solo due cose,
del film, di cui mi pento: aver immaginato degli adulti con una pistola
che minacciano i bambini ed aver immaginato la presenza di armi nel film".
Così, nella nuova edizione, scompaiono le pistole dalle mani dei
poliziotti ed agenti del Governo che inseguono E.T., Elliott ed i suoi
amici nella sequenza del volo in bicicletta. I bambini di oggi, dunque,
potranno affezionarsi ad un piccolo eroe dell'infanzia dei propri genitori
senza accorgersi che stanno guardando un film vecchio di venti anni. Infatti
la qualità del prodotto è assolutamente ineccepibile e le
inserzioni migliorative non sono visibili se non a chi, conoscendo già
il film nella sua versione originale, ben sa dove guardare per scoprire
i piccoli trucchi. Mai come oggi, dunque, la promessa finale che E.T.
rivolge al piccolo Elliott: "Sarò sempre qui" è
autentica e del tutto rispettata.
Voto: 30/30
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