
Uno degli emblemi della commedia degli equivoci, è rappresentato
dalla pièce teatrale "L'importanza di chiamarsi Ernest",
scritta da Oscar Wilde nel 1895, opera che debuttò in teatro il
giorno di San Valentino, ma che purtroppo dopo qualche replica a causa
della condanna dello scrittore per sodomia, fu interrotta per placare
ogni scandalo, anche se magari un ennesimo successo letterario, avrebbe
potuto aiutare la sua fama ed il suo morale!
Wilde, ha sempre composto lavori in cui la parola è la regina,
la battuta sagace, i personaggi particolareggiati ricchi di personalità,
in cui il sarcasmo e la mondanità portata all'eccesso, danzano
con armonia donando soavità e piacevolezza, trasmettendo a rivisitazioni
come questo film di Parker, una ragione di esistere e di star seduti in
poltrona, altrimenti gli errori filologici, le cozzaglie di stili e di
epoche differenti, non si sarebbero retti. Se proprio si volevano riferimenti
al pittorico si poteva attingere alle fantasiose, sinuose, modernissime
e piccanti incisioni di Aubrey Beardsley, che nel 1894 interpretò
visivamente la Salomè di Wilde, nella versione francese, anche
se lo scrittore stesso, trovava queste prove grafiche, troppo moderne
rispetto alla struttura drammatica, che egli voleva mantenere tra i personaggi,
i loro gesti e la storia. Purtroppo confronti tra i due, non si riuscirono
ad avverare a causa della condanna prima di Oscar, poi di Aubrey per pederastia.
Alcuni degli attori che ricoprono i ruoli in questa pellicola, hanno spesso
prestato i loro volti per personaggi wildeiani o di film in costume propri
del teatro inglese, come Rupert Everett, che sempre per Oliver Parker
ha interpretato il ruolo principale in "Un marito ideale" nel
1999, contesto e messa in scena di calibro maggiore.
La storia si occupa di due uomini e del loro modus vivendi: Jack e Algernoon(Colin
Firth e Rupert Everett), si creano un doppio, per poter dar credito alle
loro bugie create espressamente nel momento più opportuno, cioè
quando la necessità di creare una vita parallela, per soddisfare
le proprie voglie chiama, magari spostandosi in una città o località
campestre lontana dalla routine quotidiana, tale da costituire un luogo
ideale, un luogo nuovo ove crearsi un nuovo io, una nuova vita, magari
quella ideale che sino a quel momento non si era riusciti ad ottenere,
e poi è vero che una realtà differente rispetto a quella
in cui siamo addentrati ed in cui tutti ci conoscono da sempre, ci condiziona,
mentre una città nuova, ci accoglie come puri, senza passato, senza
maldicenze. Quasi uno sdoppiamento del sé, allontanandosi, per
qualche tempo dai doveri, dagli stereotipi, non si è limitati nell'agire,
si rinasce una seconda volta, ma per quanto tempo può durare la
beffa, per non rimanerne vittime?. I due giovani dandy, Jack ed Algernoon,
si presentano alla figlioccia del primo e alla cugina del secondo, sotto
falso nome: Ernest. Nome che nell'immaginario femminile della vicenda,
era sinonimo di fiducia e corrispondeva all'ideale di uomo delle due giovani.
Lentamente i due Ernest, vengono in un certo qual modo smascherati dalla
scaltra zia di Algee, madre della cugina di quest'ultimo, di cui l'amico
Jack si era perdutamente innamorato, e l'amore tra i quattro giovani,
rischia di svanire a causa della perdita di un'identità acquisita
grazie ad un nome. L'amore in questo testo, innamora chi è amato
di chi ama per primo, pare uno sciogli lingua, ma vi è una influenza
di sentimenti.
Il gioco dell'amore, l'idealizzazione, l'insicurezza, l'impossibilità
di consumare, tutti elementi che contribuiscono ad aumentare i sentimenti
e la voglia di mettersi in gioco e di divertirsi. Wilde nei suoi scritti
apparentemente futili, mette in luce aspetti multipli della società
e dei caratteri umani attraverso il riso sottile, arguto e intricato.
Speriamo che Parker sia riconoscente al sagace scrittore irlandese, va
bene essere frivoli, ma chic esasperatamente no! Anche se lo spettatore
si diverte, ragiona e sogna, sarebbe meglio che si comperasse il testo
originale e lo leggesse, comunque sia, si trascorrono due ore spensierate.
Voto: 25/30
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