
Michael Sullivan (Tom Hanks) e' un sicario della gang irlandese guidata
da John Rooney (Paul Newman) che lo ha cresciuto e gli ha insegnato il
mestiere. Quando il figlio di Michael, un ragazzino di 12 anni, assiste
a un omicidio compiuto dal padre e dal poco affidabile figlio di Rooney
(Daniel Craig), quest'ultimo trama per eliminare la famiglia Sullivan,
per paura che il ragazzo possa testimoniare.
"Road to Perdition e' un film sontuoso e austero" racconta Mendes
"un'allegoria biblica con proporzioni da tragedia greca, che affronta
i temi della criminalita' e del castigo, della gelosia e della rivalita',
della violenza e della vendetta."
Puo' trarre in inganno il fatto che temi cosi' duri, difficili, possano
essere affrontati con il giusto tatto da una produzione mainstream come
la Dreamworks, ma Mendes e' riuscito a realizzare un'opera asciutta e
secca esaltando, senza troppi pietismi, la tragica vicenda che avvolge
i personaggi. Ambientato nella Chicago degli anni '40 e nelle zone rurali
degli Stati Uniti, il film e' ispirato a un racconto a fumetti scritto
da Max Allan Collins e illustrato da Richard Rayner; colpito da quella
storia di padri e figli, Dean Zanuck (con la collaborazione del padre
Richard) e' riuscito a coinvolgere nel progetto lo sceneggiatore David
Self e Steven Spielberg. "Da ragazzo amavo molto il crime movie"
continua il regista "e in particolare le pellicole con James Cagney,
e prima di iniziare a girare ho ripassato tutti gli anni '30 e i '40 del
cinema americano." E i riferimenti iconografici cari al regista sono
effettivamente le qualita' che esaltano la pellicola: cappotti, vecchie
Ford, mitra, cappelli e una magistrale messa in scena coinvolgono il pubblico
(e anche Mendes) forse piu' della vicenda raccontata. Completano lo sguardo
l'intepretazione di Hanks, killer dal volto umano, e gli occhi di Paul
Newman, Jude Law e Daniel Craig (perfetto nella parte del figlio di Rooney)
di volta in volta coscienti dei destini che incarnano e accecati dalle
gelosie che nutrono per le relazioni padri-figli che si intrecciano nella
vicenda. Altra importante componente del film e' la violenza che e', come
ha affermato il regista durante la conferenza stampa, "piu' accennata
che mostrata, d'altra parte non sono presenti grandi e lunghe sparatorie".
La violenza di Road to Perdition non ha nulla di realistico: puo' essere
diretta, improvvisa, o lenta e poetica (come l'ultima, bellissima sequenza,
in cui muore Michael) ma sempre, assolutamente affascinate (da antologia
l'esecuzione della banda di Rooney). I personaggi si muovono di notte,
sinuosi, accompagnati dall'aura magnetica che circonda, di solito, i grandi
cattivi del cinema; Sullivan, gia' un fantasma al suo primo apparire,
ha inciso nello sguardo il proprio destino e, evanescente, si sposta tra
i palazzi di Chicago e gli spazi aperti della campagna americana cosi'
ad incarnare un'esistenza sospesa tra le difficili e strette relazioni
sociali in cui si trova (con Rooney padre, Rooney figlio, la propria famiglia)
e l'assoluta liberta' da certi malvagi vincoli che desidererebbe per il
futuro del suo Mike jr. E sopra a tutto questo Edward Hopper sta a guardare.
Voto: 27/30
Link:
www.roadtoperdition.com
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