ENTRE NOUS
di Serge Lalou

Se ne potrebbe parlare per un anno intero. Dai suoi cortometraggi di finzione Lalou chiede distanza e ne ottiene il doppio. Letteralmente Tra di Noi racconta di un isola, di una famiglia, della pace, della paura, della morte. Il continente di idee e sentimenti è un atollo a poca distanza dalla Bretagna sui cui rimbalzano disperdendosi le luci notturne della città dall'altra parte del mare. Un mare ripreso con insistenza, affresco di un colore dominante, il grigio che si nasconde nel blu. E' oceano freddo e calmierato da morbide correnti, è acqua che rompe gli scogli nei giorni dove parla soltanto il forte vento. Si traduce in poesia l'opera prima del regista che nell'87 è entrato a far parte dei "Film D'ici" con cui ha prodotto anche il film in concorso Avec Tout mon amour di Amalia Escriva. Tuttavia non è la licenza poetica che cerca di ottenere, bensì un faro acceso sull'eterno bisogno-timore dell'uomo, la solitudine. L'età, come il tempo, che entra a far parte di uno stato di quiescenza, non ha più importanza se non fosse per chi ne ha. Come poter dire a tre giovani nel guado tra la pubertà e l'adolescenza che i minuti, le ore e gli anni contano solo alle ricorrenze? Emmanuelle Grangé nel ruolo della madre, è l'unica, per dolore, capace di assorbire lo spazio-tempo. Ma la disgregazione della comunità familiare iniziata con la misteriosa scomparsa del padre confina ancora di più questa figura di donna in un ineluttabile percorso verso l'autodistruzione. Qualcosa muore e qualcuno deve ricominciare a vivere. Per consegnare tutto allo spettatore, il regista sceglie il principio latino del "in medium". In parte cercando la realistica sembianza delle cose con la telecamera a spalla in un fare simile al Dogma, in parte costruendo la metafora con lunghe inquadrature fisse su paesaggi senza fine. In questo senso anche Angelopulos che però firma una coerenza che Lalou sceglie come maschera per due stili non sempre complementari. Il dramma che si consuma ha la stessa profonda e insondabile lentezza delle tragedie greche e, anche se siamo abituati ad un cinema francese implosivo, poco loquace e talora poco scorrevole, ci piacerebbe sperimentare visivamente qualcosa di leggermente diverso. Sono gli unici nei ma non mi sembrano trascurabili.

Voto: 24/30

Sandra SALVATO
04 - 01 - 02


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