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Tropa de elite Gli squadroni della morte di José Padilha con André Ramiro, Caio Junqueira |
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28/30
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Tropa de elite è un film violento, che racconta di un Paese e di una città che fanno della violenza l´unico strumento per vivere. O per sopravvivere. Sì perché a Rio de Janeiro comunque ti muovi sei dalla parte sbagliata: trafficanti, poliziotti corrotti, corpi speciali addestrati a uccidere senza pietà per non farsi uccidere. Di questo racconta il capitano Nascimento in Tropa de Elite. Di come a Rio de Janeiro la polizia sia più corrotta dei suoi stessi abitanti, di come sia necessaria l´esistenza del BOPE, esercito di squadre speciali nate con un addestramento ai limiti della sopportazione per poter sopportare poi tutta la violenza di cui devono essere capaci. Ed è proprio su questo "devono" che il film di José Padilha (vincitore dell´Orso d´Oro al 58° Festival di Berlino) scatena la polemica: è giusto reagire con violenza alla violenza? Uccidere una spia, un trafficante, un assassino, non è esso stesso un assassinio? Tropa de Elite sembra dirci che non vi è altra scelta. Lo spettatore stesso non sa da che parte stare, per chi "tifare". Persino i "piccoli" borghesi delle ONG finiscono col farci orrore con le loro ristrettezze mentali e l´incapacità di guardare davvero oltre.
Il regista si sofferma sulla
descrizione del male con suggestioni palesemente fasciste. Macchina da presa
a mano, montaggio serrato, Padilha ci porta dentro la guerrilla urbana
rimettendo ogni volta a noi la scelta attraverso quella del soldato di
turno. Fare parte o no del BOPE? A Rio de Janeiro, però, la scelta non
rientra fra le possibilità. 22:07:2008 |
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tropa de elite |
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