
Alex e Nancy (Ben Stiller,
Drew Barrymore) sono una coppia di entusiasti sposini in carriera, in cerca
di un nido d’amore dove realizzare i propri progetti familiari. Sembrano
aver trovato la casa perfetta e con essa la chiave del loro “sogno
americano” quando acquistano un’accogliente bifamiliare in un quartiere
residenziale di Brooklyn. Quello che non sanno però è che l’anziana
inquilina del piano di sopra, la signora Connelly, è tutt’altro che
malaticcia e indifesa come ha lasciato inizialmente credere.
Non appena i malcapitati coniugi si installano nell’appartamento cominciano
a sorgere i primi problemi e la molesta vecchina, aiutata da un fedele e
insolente pappagallo, tesse con meticolosa pazienza le sue trame al fine di
rendere la loro vita nella casa insopportabile. Talmente insopportabile da
spingerli a soluzioni decisamente poco ortodosse.
Scritto da Larry Doyle sulla base di una storia realmente accaduta, il film
racchiude una serie di cliché tipici della commedia comica hollywoodiana a
volte prevedibili, ricordando addirittura in alcune scene il doppio successo
di Chris Columbus Mamma ho perso l’aereo. Proprio come l’irriverente Macaulay “soldo di cacio” Culkin anche la signora Connelly, all’apparenza
fragile e sprovveduta, si rivela essere più scaltra e sfuggente del
previsto; e la coppia Barrymore-Stiller sembra trasformarsi automaticamente
in una rivisitazione più politically correct della sgangherata banda del
rubinetto.
Non sorprende che la regia della pellicola sia stata affidata alle minuscole
mani di Danny DeVito, il quale pare avere un occhio di riguardo per i lati
più oscuri e violenti delle convivenze scomode. Se ne
La guerra dei Roses, infatti,
aveva colto pienamente le sfumature cupe e i limiti estremi di un idillio
coniugale deterioratosi fino alla coabitazione coatta, con
Duplex DeVito non perde neanche un briciolo del suo cinismo nell’esplorare i
meandri bui della mente umana e la sua latente bassezza primordiale, pronta
a manifestarsi nelle relazioni prive di comunicatività. Il tutto con la
qualità non indifferente di riuscire a stendere sulla trama un velo di
ironia divertendo il pubblico in sala dall’inizio alla fine.
A questo proposito, non stupiscono la naturalezza della Barrymore
nell’interpretare ruoli da commedia e il talento innato di Stiller, quasi
fisiognomico, per le parti spassose in cui la mimica facciale finisce col
farla da padrona. Peccato soltanto che non abbia mai provato a spingersi
oltre e che le produzioni americane si ostinino, seppur con cognizione di
causa, a riciclarlo nei panni del bell’imbranato col rischio alla lunga di
svenderlo come il prezzemolo.
Voto: 25/30
13.06.2004
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