DUE GIORNI A PARIGI

con Julie Delpy, Adam Goldberg

Jack (Goldberg), americano, e Marion (Delpy), francese, sono fidanzati da due anni. Tutto procede tranquillamente finché non si ritrovano a passare un weekend in casa dei genitori di lei a Parigi. Oltre alle difficoltà legate alla lingua, Jack dovrà affrontare gli ex fidanzati di Marion, incuranti della sua presenza e determinatissimi a riprendersi il maltolto.

Per il suo debutto dietro la macchina da presa, la francese Delpy opta per un titolo che strizza l’occhio in modo evidente al dittico di Linklater che l’ha vista viandante di capitali europee accanto ad Ethan Hawke, ovvero Prima dell’alba e Before Sunset. Ma è solo uno specchietto per le allodole, perché ai minimalisti esistenzialismi pararohmeriani la Delpy (che qui, oltre a dirigere, sceneggia, monta e compone le musiche) preferisce i ritmi della commedia americana, da Woody Allen - con un Goldberg (Zodiac, Déjà vu) perfetto nel ruolo del tipico alter-ego alleniano, pronto a ribattere colpo su colpo con il sarcasmo ai fastidi provocati da una lingua e una cultura per lui incomprensibili - al Kevin Smith di Clerks, per l’epicentro situazionista posto sulle reazioni del protagonista alle disinvolture sessuali della propria fidanzata. L’incontro-scontro fra America ed Europa gioca sui cliché più busati, e lo sfondo di satira politica punta su bersagli troppo facili come Bush, la globalizzazione e i fan del Codice da Vinci, ma su tutto aleggia uno spirito naïf e ludico, e soprattutto un gran senso del ritmo, che non solo relegano in secondo piano squilibri ed ingenuità, ma li rendono funzionali al folle umorismo anarcoide che pervade il film (cui contribuisce, complici motivi di budget, un cast composto quasi interamente da amici e parenti della regista), con il risultato che si ride parecchio. Semmai, dopo un tale accumulo di momenti esilaranti, è il finale amarognolo e riflessivo a suonare un po’ tardivo e posticcio, ma la Delpy evita in ogni caso di prendersi troppo sul serio, chiudendo su una nota leggera e vagamente malinconica che ha la forza della sincerità.

Voto: 27/30

14:10:2007