Diciamolo subito, di modo che non ci siano perdite di tempo,
DRIVE, Palma d'oro alla regia al festival di Cannes del 2011, è un
capolavoro. Con il tempo diventerà una sorta di L’ODIO o LE IENE e cose di
questo genere. è un film
vero, di quelli che aprono il cuore e la fantasia. Di quelli fatti di
immagini, velocità , amore, forti emozioni.
è un cinema che racconta
l'anima e non una brutta copie della realtà. Io sono rimasto folgorato,
schiacciato sulla sedia per tutti i suoi 90 minuti. Drive, interpretato da
un Ryan Gosling in grande forma è uno stuntman fuoriclasse che corre sui set
di giorno e guida per i rapinatori la notte. In bilico sulle quattro ruote e
su una morale tutta americana di cosa vuol dire lavorare duro, aspetta la
grande occasione, quella di sfondare nel circuito dei piloti professionisti.
Ma l'amore lo sorprende inaspettatamente e si troverà a giocare il tutto per
tutto.
Diretto dal danese Nicolas Winding Refn (regista di
Bronson e
Valhalla Rising), sceneggiato
da Hossein Amini (Le Ali Dell'Amore),
Drive è tratto dall'omonimo
romanzo pulp di James Sallis ed è uno di quei casi in cui da un grande
romanzo viene tratto un grande film e non c'è necessità di metterli a
confronto. Se potete leggetelo prima di vedere la pellicola, ne vale la
pena. E nella trasposizione, quello che poteva davvero essere difficile era
dare una forma vera al Il personaggio di Drive che si presenta
fondamentalmente come è un giocatore d'azzardo, imperscutabile nel momento
di peggior stress psicofisico. Sempre sulla linea fra la vita e la morte,
fra la morale e l'amorale, fra il cinema e la vita. Ma mentre la letteratura
permette di parlare in prima persona di emozioni, pensieri e sensazioni, nel
cinema quello che conta è ciò che succede e molto meno quello che pensano i
personaggi. La sfida però è stata ampiamente superata realizzando un film
colorato, sudato, brillante e coraggioso. Un caso di incontri perfetti fra
un attore in stato di grazia, un regista che ha davvero una visione
dell’universo e uno scrittore fuori dall’ordinario.
è anche uno strepitoso
esempio di come il coraggio premia e porta anche denaro, uno dei motivi veri
che decretano il successo di un film e che permettono alle storie di andare
avanti. E proprio il ricordarsi che il cinema è anche un’industria. di
denaro e di emozioni che il personaggio di Drive ci colpisce e il film ci
conquista. Perché il nostro sembra davvero essere una metafora, una
impersonificazione del senso del cinema allo stato puro. Un lavoro sulla
recitazione davvero particolare devono aver fatto insieme Ryan Gosling e Il
regista Refn, un lavoro tendente ad incrociare il carattere dello stuntmen
(quindi quello dell’Uomo-macchina) e quello del giocatore d’azzardo. Un mix
che crea un personaggio potenzialmente iconico, come Clint Eastwood di
Un pugno di Dollari o il
Marlon Brando di Apocalypse now.
Il nostro Drive cavalca una Los Angeles vertiginosa, guidando con piglio
etico ed esistenziale. è un
momento di crisi per il cinema d’oltreoceano, è evidente, non si
spiegherebbero altrimenti film su supereroi, sequel di seguel, seguel di
film di supereroi, ma ecco che, ben consapevoli di questo, le case di
produzione guardano ad autori europei o asiatici, a registi di cultura, a
stranieri in grado di re-immaginare l’America. Ed ecco che qui troviamo un
regista danese che racconta un noir di nuovo stile esattamente come Fritz
Lang, tedesco, racconto il noir de “La Strada Scarlatta”. Emozionante,
violento, sentimentale, gigantesco. Andate assolutamente a vederlo e usciti
dal cinema non fatevi prendere la mano dalla vostra automobile.
08:11:2011
(*) non lo avevo mai dato da quando scrivo per Kinematrix.. |