DOMANI
di Francesca Archibugi
con Marco Balliani, Valerio Mastandrea e Ornella Muti



Di film (e fiction televisive) ispirate a fatti di cronaca italiana ce ne sono (e sempre ce ne saranno) fin troppi. Soprattutto se ad occuparsene è la televisione, nella maggior parte dei casi capita di assistere ad opere costruite attorno al nucleo emozionale di tali avvenimenti, nella volontà di far leva sulla compassione dello spettatore, trascurando e dimenticando l'importanza dell'originaria componente di fiction di qualunque prodotto (para-)cinematografico. In altri termini, spesso si trascurano forma e meccanismi narrativi in favore della semplice storia da raccontare. Francesca Archibugi ha scelto di costruire il suo DOMANI a partire dalle vicende del terremoto che colpì Umbria e Marche nel 1998, ma ha evitato tutto questo.
In che modo? Innanzitutto ha ricostruito un paesino, Cacchiano, che è uguale alla maggior parte dei piccoli centri di quelle parti, ma non è nessuno in particolare. E' piccolo, un po' arroccato, le strade strette, le case che sembrano arrampicate e la chiesetta è arricchita da un affresco di Beato Angelico. E poi non ci sono date, riferimenti troppo precisi alla cronaca e nemmeno l'immancabile, in questo casi, didascalia finale che ci informa che, nonostante siano passati tre anni, i terremotati dell'Umbria vivono ancora nei container. Particolari interessante, anche alla luce di una distribuzione oltre i confini italiani, dove il film potrebbe vivere di se stesso e non - come dicevamo in apertura - della storia che si porta dietro.
E ancora: praticamente da sempre, l'Archibugi narra storie di bambini, spesso colti proprio nei difficili momenti della crescita. E anche qui accade lo stesso, ma a differenza di opere "troppo scritte" e scontate come l'ultimo L'ALBERO DELLE PERE, la regista ha scritto il suo romanzo di (prima) formazione proprio a partire dagli sconvolgimenti che un terremoto - che così resta quasi sullo sfondo - porta nella vita di chiunque. Non è allora la storia del terremoto (pur presente, è chiaro), ma delle sue conseguenze sul quotidiano di tutti e su quello dei bambini (soprattutto di due bambine) in particolare.
Come tutti gli eventi catastrofici, anche un sisma mette a nudo tante cose: crisi coniugali, solitudini, difficoltà ma magari anche il lati migliori di chi si credeva malvagio. La forza di DOMANI sta proprio in questa molteplicità di storie intrecciate attorno alla radice comune del terremoto: c'è quella del vicesindaco che dimentica moglie e figli per aiutare il suo paese; quella conseguente che vede protagonisti proprio la donna (Ornella Muti) e un giovane (Mastandrea) con la madre malata; i primi amori dei giovanissimi; la crisi del restauratore straniero; ecc. Ed anche questo è un ottimo sistema per evitare la retorica del dolore e della disperazione.
Un ultimo cenno va alla scelta degli attori. Ornella Muti forse con questo film ha trovato una nuova dimensione d'attrice: ormai - per ovvie e spietate - ragioni anagrafiche non è più una donna fatale, ma la madre stanca e senza trucco, in crisi come la sua famiglia. Mastandrea sta diventando una certezza, misurato e romanesco senza diventare insopportabile. Marco Balliani, che viene dal teatro, regge bene il ruolo di personaggio principale.

Voto: 27/30

Andrea DE CANDIDO
17 - 08 - 01


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