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Una storia sentimentale destinata a complicarsi non solo per un triangolo amoroso, ma anche per un rapporto che spazia oltre le frontiere temporali, grazie al quale un ragazzo nel 2000 giunge ad una nuova consapevolezza identitaria. Nel 1979 la studentessa coreana Hyun-Ji prende coraggio e inizia a parlare e a frequentare un compagno universitario, militante prima per forza nell'esercito e poi per scelta in gruppi di protesta contro il governo dittatoriale del tempo. Colpa di una radio trasmittente rotta, Ji-In il ragazzo a noi contemporaneo, entra in contatto con Hyun-Ji e scopre quindi come una giovane donna vive, e vive l'amore, circa vent'anni prima, così come una più ampia versione della sua origine. Guarda caso, la ragazza per la quale ha una innocente infatuazione via etere era l'innamorata di suo padre e la migliore amica di sua madre, fino a quando tra questi ultimi non sboccia l'amore. Alla prima occhiata questo melò dai risvolti fantastici pare troppo mieloso e pretenzioso, ma in seguito si assapora l'originalità e la speranza che vigono tra le scene, accuratamente studiate all'interno di un complesso sottofondo storico-sociale. In particolare il momento in cui il ragazzo esce dal suo freddo e solitario appartamentino per incontrare Hyun-Ji nel 2000 - la scena dello sguardo di Ji-In fisso su Hyun-Ji è finemente rallentata - per vedere la ragazza che gli stava sempre accanto con occhi diversi e per vivere finalmente una propria storia d'amore. Il fatto che il regista permetta alla donna di riscattare l'uomo dalle sue incertezze, con le sue qualità classiche come calore e mitezza, è prova tuttavia che certi stereotipi sui generi non sono ancora state superate, malgrado il tentativo esplicito di lasciare fiorire un rapporto diverso dagli altri. |
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Daniela KAPPLER |
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