IL DESTINO DI UN CAVALIERE
di Brian Helgeland
con Heath  Ledger, Rufus Sewell e Shannyn  Sossamon 



Francia, XIV secolo. William Thatcher (Heath  Ledger), un popolano figlio di un impagliatore, si finge il nobile fantomatico Ulrich Von Lichtenstein di Gelderland per poter partecipare ai tornei cavallereschi della "giostra" (nella versione "all'italiana": i due campioni armati di lancia si scontravano frontalmente, separati da una palizzata chiamata "palanca" ed erano protetti da un'armatura che scendeva fino alle gambe; vinceva chi colpiva più volte l'avversario in alcune parti dell'armatura oppure lo faceva cadere da cavallo). Accompagnato da un gruppo di squattrinati ma fedeli amici William dimostrerà che la nobiltà è un valore che si merità sul campo vincendo con lealtà un torneo dopo l'altro, sconfiggerà il cattivone di turno (il Duca Adhemar interpretato da Rufus  Sewell) e conquisterà il cuore della bella ed emancipata principessa Jocelyn (Shannyn  Sossamon). Inutile tacere che l'avventura del nostro eroe finirà in gloria al "Campionato mondiale della Giostra" di Londra sulle note di "We are the champions" dei Queen cantata da Robbie Williams. Ispirato a uno dei "Racconti di Canterbury" di Geoffry Chaucer (tra l'altro uno dei compagni di viaggio di William) IL DESTINO DI UN CAVALIERE ha se non altro il decoro di giocare a carte scoperte, dimostrando di non essere minimamente interessato al rigore storico dei fatti raccontati fin dalla prima scena: l'entrata in campo dei cavalieri del torneo al ritmo di "We will rock you" dei Queen scandita dal popolo accorso a vedere la manifestazione è una chiara indicazione del trend che si prefigura. Da questo punto di vista il trailer pubblicitario parlava sufficientemente chiaro ed è superfluo quindi accanirsi sulle bizzarrie storiche disseminate qua e la (nei personaggi, nei costumi, nel linguaggio, ecc.) in questo giocattolone fatto apposta per piacere ad un pubblico di teenager che sfrutta il fascino - e banalizza i temi - dell'epica medievale (l'onore cavalleresco, il rispetto per l'avversario) per mettere in scena l'ennesima raffigurazione del sogno americano per qui chiunque, anche l'ultimo dei reietti, può diventare qualcuno nella vita se possiede delle doti e crede abbastanza in se stesso. Tra spettacolari scontri a cavallo e manfrine amorose ne è uscito un film dall'intreccio elementare, altalenante tra l'avventura e la soap, a tratti coinvolgente ma che annacqua in una eccessiva lunghezza le poche idee della sceneggiatura. La commistione tra ambientazione storica e musiche contemporanee può conquistare o disgustare a seconda del palato e dell'età di chi guarda ma nella scena del ballo principesco (che trasforma una passacaglia, tipica danza trecentesca, in un pezzo dance contemporaneo) l'operazione supera il livello di guardia del kitsch ammissibile anche per la più smaliziata MTV generation. La regia dirige gli scontri del torneo con discreta enfasi ma alla lunga le immagini risultano ripetitive, gli attori si sforzano di apparire simpatici e c'è pure spazio per una velata sponsorizzazione di una nota marca di articoli sportivi: che cosa si può volere di più da un film? Un ultimo cenno alla curiosa frase con cui il Duca Adhemar usava schernire i suoi avversari: "Siete stato pesato, siete stato misurato e siete stato trovato mancante!"

Voto: 12/30

Loris SERAFINO
12 - 11 - 01


::: altre recensioni :::