Sei amiche si ritrovano per una gita speleologica in un punto incontaminato
dei monti Appalachi. Il crollo di una cavità renderà l’escursione ben più
complicata del previsto, ma i veri problemi avranno inizio quando le ragazze
scopriranno di non essere le uniche frequentatrici della grotta.
Sfruttando un’ambientazione suggestiva ed inedita, il britannico Marshall
(anche sceneggiatore e qui alla sua opera seconda dopo l’analogo DOG
SOLDIERS, visto da noi solo via satellite) nella prima parte crea le
premesse per un insolito thriller tragico-avventuroso solido e avvincente,
un vero e proprio tour de force per i nervi nobilitato da un notevole lavoro
di fotografia (di Sam McCurdy) e dalla bella musica del nolaniano David
Julyan, che contribuiscono a fare di un’innocua gita in una grotta una
discesa verso il cuore di tenebra delle paure più recondite. A quel punto,
la svolta in senso orrorifico della narrazione arriva quasi inaspettata,
indesiderata, anche perché Marshall, bravo a giocare con il non visto, come
tutti gli altri registi di horror contemporanei si dimostra molto meno abile
nella rappresentazione diretta della fonte della paura.
Ma dopo aver rischiato di sfaldarsi in una serie di scene ripetitive e
confuse, il film "desideroso di affrancarsi dagli schemi del genere"
riacquista compattezza nel bellissimo ed enigmatico finale, in cui le
protagoniste, nella loro lotta per la sopravvivenza, si inoltrano in una
dimensione ancestrale, pre-storica, che, oltre a sottolineare la filiazione
della pellicola da UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA, legittima in extremis
la presenza dei mostruosi inquilini sotterranei, svelandone il ruolo di
anello dimenticato nella catena evolutiva.
Opera ibrida in cui convivono, senza mai fondersi, arte cinematografica ed
esigenza commerciale, estetica del videoclip ed aspirazioni d’autore.
Voto: 27/30
20:10:2005 |