DEAR WENDY
di
Thomas Vinterberg
Con Jamie Bell, Bill Pullman, Michael Angarano,
Danso Gordon,
e
Novella Nelson, Chris Owen, Alison Pill, Mark Webber
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Dick, il piccolo protagonista di BILLY ELLIOT, ama la sua Wendy, le riserva
cure tenere e amorevoli e non si separa mai da lei. Eppure prima di
possederla l’aveva vista molte volte passando davanti alla vetrina della
piazza principale del paese, ma non ne era mai stato attratto. Un giorno è
entrato per caso in quel negozio e l’ha impugnata, da quel momento non se ne
è più separato. E così nasce una relazione di amore e morte tra Dick e la
sua pistola. Infatti, la Wendy del titolo non è una donna, ma una
pistola con l’impugnatura in madreperla, che scatenerà in un gruppo di
ragazzi il desiderio di dar vita al club segreto chiamato i Dandies:
pacifisti con la pistola.
I Dandies sono un misto tra una confraternita e una setta, che esalta e
venera le armi, prega davanti ad altarini che contengono pistole del vecchio
west come fossero simulacri di divinità, recitano grottesche preghiere,
praticano buffi e massonici riti d’iniziazione.
La pistola diventa per il protagonista la propria amante, la propria
confidente, la fonte di coraggio per affrontare situazioni pericolose, fino
a suscitare gelosie inaspettate quando verrà maneggiata da un altro Dandie.
Il film appare come una variazione dell’esperimento di DOGVILLE per forme e
contenuti (è infatti sceneggiato da Lars Von Trier).
La forma è quella minimalista che fugge le costose scenografie o gli esterni
in spazi aperti; qui tutta la storia si svolge attorno ad una piazza,
circondata da case che sembrano bidimensionali, come nelle scenografie dei
western. La strategia di guerra dei ragazzi o le traiettorie seguite dai
proiettili sono tracciate su una mappa, che altro non è se non la
metamorfosi del mondo apparentemente normale di DEAR WENDY in quello
artificioso senza pareti di DOGVILLE.
I contenuti privilegiano l’apologo cinico sulla violenza della società
(americana, ma non solo) e sull’utopia di mantenere e diffondere la pace
attraverso l’uso delle armi, con chiari riferimenti alla National Rifle
Association. La cultura della paura, colonna portante dei recenti BATMAN
BEGINS e LA GUERRA DEI MONDI e, in generale, presenza diffusa negli Stati
Uniti post 11 Settembre (ma forse non solo, come sostiene Michael Moore in
BOWLING A COLUMBINE), si fa strumento per i due eccentrici autori danesi,
Von Trier e Vinterberg, per guardare in maniera intelligente all’America di
oggi e alle sue contraddizioni.
Voto: 27/30
13:10:2005 |