CURSED

IL MALEFICIO
di Wes Craven

Con Portia De Rossi, Jesse Eisenberg,

Christina Ricci, Shannon Elizabeth

di Marco GROSOLI

 

Accantonato il (folle) progetto di fare un remake di Kairo, capolavoro horror di Kurosawa Kiyoshi di qualche anno fa, Craven torna a lavorare col fidato Kevin Williamson. Il quale, dopo i vari Scream, Dawson's Creek, The Faculty, scrive (e produce) l'ennesima variazione sul tema dell'autoreferenzialità dell'immaginario cinematografico statunitense (horror in particolare). Cursed è ambientato direttamente a Hollywood: due orfani adolescenti, lui liceale sfigato e lei funzionaria televisiva affermata, fanno un incidente sulla Mulholland Drive (prima citazione, già non poco irriverente e fuori luogo) e vengono contagiati da un licantropo. Ben presto scopriranno che il contagio è più ampio del previsto.
In sé non è un problema che l'horror ripieghi su sé stesso (fra l'altro, il ragazzo della protagonista apre un locale, il “Tinsel”, pieno di memorabilia horror del passato – il bastone autentico di Lon Chaney, Frankenstein, la Mummia eccetera)... il problema è che Craven segue Williamson dove non dovrebbe. Vale a dire, inerpicandosi su lateralità di sceneggiatura assurde, arbitrarie e inconsistenti (l'omosessualità del bulletto amico del protagonista che dovrebbe essere per Williamson una “mutazione da accettare” analoga a quella della licantropia...). Al punto che il film rimane come indeciso tra le varie strade che può intraprendere e non ne prende nessuna. Un colpo al cerchio dello spavento “puro”, che peraltro viene pateticamente mancato con scene timide e sbrigative come quelle dell'ascensore, dell'incidente, della zingara o del cane posseduto, e uno ai deliri autoreferenziali (la scena della sala degli specchi, o più in generale la sezione ambientata nel “Tinsel”). Ma tra le due cose c'è solo una confusa compresenza anziché convergenza strutturale: non la contrapposizione ferrea dei primi due Scream (Tesi, nei primi 15 minuti, e Antitesi, nel resto del film) né la sapiente alternanza di Scream3.
Insomma, che l'Immagine (e quindi Hollywood) facendo trionfare la Superficie inneschi anche la riemersione del rimosso bestiale che soggiace nel Profondo lo sapevamo anche da prima di Lon Chaney. Il Craven di una volta, quello che sapeva ritardare l'inevitabile morte dell'horror prendendolo sempre in contropiede anche prima della fregola metacinematografica (p. es. Il serpente e l'arcobaleno, film restio come pochi a farsi inquadrare docilmente nel genere horror, pur essendolo in pieno), avrebbe saputo dare tutt'altro peso all'unica idea interessante del film: il fatto che il Lupo “capostipite” dell'epidemia è quello che non appare mai come tale mentre (la scena del “Tinsel”) tutti gli altri sono anche visibile oggetto della mutazione e sede della coesistenza tra Superficie Apparente e Profondo Bestiale. Nonché, avrebbe fatto della scena del “Tinsel” il vero cuore del film. E invece rimangono pallidi indizi incompiuti, e in mezzo (come quando il ragazzo va alla finestra e ulula ai cani per strada) tanto ridicolo involontario.
 

Voto: 15/30

31:03:2005

CURSED

il maleficio

titolo originale: Cursed

Regia: Wes Craven
Anno: 2004
Nazione: Stati Uniti d'America
Data uscita in Italia: 25:03:2005
Genere: Horror