A sentire delle traversie che il film ha
passato in fase di produzione e finanche postproduzione, con un periodo
di lavorazione complessiva di tre anni, ci si accorge di quanto la
scelta del titolo, CURSED (maledetti), si sia rivelata ironica. Ed è
ancora più evidente una volta constatato che la coppia creativa di
SCREAM, formata dal regista Wes Craven e dallo sceneggiatore Kevin
Williamson, ha fallito nel tentativo di bissare il successo del loro
precedente film.
CURSED ripercorre molti dei topoi del film di genere horror degli
anni ’80 e ’90, si veste volutamente di stereotipi (Jimmy è il classico
studente timido e sfigato che a scuola viene tormentato dai bulli), ed
innesta un tema classico del film di paura, il licantropismo, su di una
struttura vagamente thriller. Volendo, il risultato avrebbe potuto
essere interessante, ma la vicenda si perde piuttosto in fretta e
scivola nel banale, fra colpi di scena che non stupiscono nessuno e
spunti interessanti abbandonati troppo presto.
Tutto inizia con un incidente fra due auto, una con a bordo la
giornalista televisiva Ellie e suo fratello Jimmy, l’altra con a bordo
una ragazza a cui poco prima una cartomante da Luna Park che però si
rivelerà essere tutt’altro che una cialtrona ha predetto un futuro di
sangue. Lo scontro di per sé non sarebbe neanche grave, se non fosse che
ad esserne coinvolto è anche un misterioso animale feroce, che pensa
bene di portarsi via la ragazza e di ferire gli altri due. Si rivelerà
ben presto essere un lupo mannaro, e i due fratelli comprenderanno a
poco a poco di avere di fronte a sé un futuro di licantropia. A meno che
- come da tradizione dei racconti sui licantropi - non riescano a
trovare il lupo da cui è partito il “contagio” ed eliminarlo, così da
spezzare il maleficio.
Certo, è possibile intravedere alcuni elementi di interesse: Craven si
diverte a giochicchiare con il tema della rappresentazione e della
finzione - tanto che il film principia in un Luna Park e ha il suo
climax in un locale a tema che ricorda un museo delle cere, con
annesso labirinto degli specchi - ma si tratta solo di accenni. Si
coglie qualche citazione cinefila, qualche indizio nascosto (la
panoramica su Los Angeles che rivela allo spettatore più attento un
pentacolo disegnato dalle luci della città). Si tratta comunque di
brandelli slegati, ed è difficile ricostruire un disegno complessivo e
ben articolato.
Ma la sceneggiatura rivela presto le sue debolezze e fatica a
coinvolgere (interessante lo scorcio di film in cui Jimmy intravede i
vantaggi della licantropia e se ne approfitta per concedersi qualche
soddisfazione personale, ma è una pista che viene subito abbandonata),
si percepiscono alcune incongruenze ed ingenuità narrative - dovute
probabilmente alle già citate difficoltà in fase di realizzazione - e
gli interpreti non sono tutti all’altezza. Colpisce solo Christina
Ricci, mentre Joshua Jackson sembra poco convinto della parte; gli altri
attori sono su tutt’altro livello, e alcuni sembrano capitati sul set
quasi per caso. Simpatica la comparsata di Scott Baio (il Chuckie di
HAPPY DAYS) nei panni di sé stesso, ma niente di più.
Insomma, CURSED ogni tanto fa sorridere, raramente fa paura, e rimane un
capitolo non particolarmente significativo nella carriera di Craven e
Williamson: colpa dei problemi sul set o della scarsa ispirazione del
duo artistico?
Voto: 21/30
23:03:2005 |