Wong Jing che si cimenta nel genere melò e che si avvicina a "Juliet in Love" di Wilson Yip. Il regista di Hong Kong viene addirittura premiato più volte mentre mostra le vicissitudini quotidiane di persone sfortunate, che tentano di riscattarsi anche quando le triadi danno loro l'ultimo colpo di grazia. Ciò dimostra la versatilità di questo infaticabile cineasta e la sua abilità a non farsi rinchiudere negli schemi dettati dall'industria del grande schermo. Questo suo piccolo gioiello parla di una madre malata di cancro ai polmoni e indebolita dalla chemioterapia e di suo figlio affetto da un ritardo mentale. Conscia del fatto che tra breve deve abbandonare per sempre suo figlio Bee, la sig.ra Fat, interpretata splendidamente dalla simpatica Deanie Ip, cerca di "accasarlo", di trovargli una scuola e un lavoro, di renderlo indipendente insegnandoli a cucinare, a lavarsi, ad orientarsi per le vie di Kowloon e a difendersi da chi lo prende in giro. A Patrick Tam questo genere di ruolo sembra proprio congeniale, con la sua faccia limpida e innocente che pare vivere in un mondo tutto suo, e riesce a dare al suo personaggio una sfumatura originale senza cadere nel patetico. Blacky Ko, invece, era meglio che non appariva in questo film, in quanto la recitazione ma anche il suo ruolo da padre prima cattivo e poi ammansito dalle circostanze lascia a desiderare. Le sue parti comiche sono goffe e la sua trasformazione da padre insipido a padre dal cuore tenero è troppo scontata. Una personalità il cui cambiamento convince è quella di Suki Kwan. Il destino della rude vicina di casa di Bee cambia violentemente quando, incinta, viene deformata da un membro della triade alla ricerca di soldi e quando infine si innamora del ragazzo. I loro handicap si complementano a vicenda e, anche in questa storia, il bebé che nasce rappresenta il happy end, il futuro "innocente e pieno di speranza" dopo un lungo periodo difficile e violento. Wong Jing passa con calma da una scena all'altra, da un personaggio all'altro con la sua saputa maestrìa, ma non lascia mai cadere il ritmo. Egli non eccelle però nelle scene al chiuso, ma alla fine riesce a rendere questo film più artistico che commerciale.
Voto: 28/30
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