CRIMEN FERPECTO recita il titolo originale del film, non un errore o una
svista, ma la sintesi della vera anima di questo film, che gioca con i
luoghi comuni, la cinefilia e prende in giro l’arrivismo, il machismo e
la televisione.
Il protagonista è Rafael, il responsabile del reparto donna di un grande
magazzino ed è un venditore nato, affabulatore, seducente, elegante.
Tutte le commesse del reparto se lo contendono in selvaggi dopo lavoro
notturni tra gli spogliatoi e il reparto giocattoli del centro
commerciale. Tutte tranne una, Lourdes. Brutta e insignificante, viene
costantemente ignorata da Rafael, fino al momento in cui si troverà
fortuitamente nella condizione di poter ricattare l’uomo dei suoi sogni
e renderlo prima il proprio amante, poi il proprio schiavo e infine suo
marito.
Un incubo per Rafael che, progressivamente, perde il sorriso, lo charme
e l’eleganza con cui amava contraddistinguersi dalla gente comune e
finisce proprio per assomigliare al tante volte deriso uomo mediocre.
L’attore è bravo nel dare corpo alla figura di un uomo che non vuole
rinunciare al proprio abbigliamento elegante anche quando gira per
strada come un barbone o che inorridisce per l’arredamento che prevede
le tende in tinta col divano.
“Ferpecto” è l’episodio del film in cui il protagonista, deciso a
risolvere la situazione disperata con un omicidio, sta comprando alcune
videocassette di vecchi film gialli per preparare un piano, però, al
momento di pagare, sul display della cassa compare il titolo errato di
Delitto perfetto di
Hitchcock, e così “ferpecto” è la sintesi di una serie di vicende
rocambolesche che faranno precipitare la storia verso un finale
divertente, rumoroso e anche un po’ inaspettato.
Echi del grande cinema di Lynch e Bunuel nella sequenza della cena a
casa della famiglia di Lourdes, con la madre isterica, la sorella
mitomane e il padre narcolettico per scelta (pur di non dover sopportare
le chiacchiere degli altri).
Sono evidenti i riferimenti al centro commerciale come luogo
privilegiato del moderno consumismo esasperato e al protagonista come
manager attento all’apparenza e alla cose di cui si circonda, un vero e
proprio consulente d’immagine.
Il tono sarcastico, utilizzato sin dal titolo, dà il giusto spessore ad
un film che riesce prima di tutto a far ridere molto, grazie ad un buon
ritmo nella regia e a dialoghi veloci ed efficaci.
Voto: 26/30
15:04:2005 |