Un cantante di musica Country dalla carriera al tramonto,
alcolizzato e tabagista, con quattro matrimoni falliti alle spalle cerca il
modo per sopravvivere a se stesso.
Questa la trama in due parole.
Scott Cooper è alla sua prima regia (se non sbaglio) e ahimè si vede. La
sceneggiatura è spesso prevedibile e in alcuni passaggi anche un po' troppo
facilona. La macchina da presa si muove proprio nei momenti in cui è
necessario enfatizzare un momento drammatico o sentimentale. La signora
dietro di me sicuramente poteva sentìre i miei "ora panoramica a sinistra a
scoprire" oppure" ..E vai con il Dolly a salire sul lago al tramonto".
Insomma, storia prevedibile e regia poco sopra la sufficenza. Ma è qui che
viene il bello. Nonostante tutto questo, Jeff Bridges regala emozioni a
nastro. Tutto il film regge sulla sua interpretazione, il suo carisma e i
suoi maledetti occhi blu come il cielo dell'Arizona. Che attore ragazzi! Un
personaggio che potrebbe essere scontato, in un contesto tutto sommato poco
incredibile diventa metafora del perduto sogno americano e allo stesso tempo
della sua innocenza. In due parole, Jeff Bridges è immenso. Questo è uno di
quei momenti in cui capisci che il cuore della storia non è nello stile né
nella trama, ma nel cuore di chi ci soffre dentro. Complice di questo una
colonna sonora notevole che fa venire voglia di comprarsi ancora le
audiocassette e salire in macchina, inforcare la autostrada A1 da Lodi a
Imola e godere delle nuvole che si riflettono sul parabrezza.
Nel film non mancano certo i bravi attori, Collin Farrell a fare da ex
membro della band passato ad un successo milionario e Robert Duvall, uno di
quegli amici da bar che tutti noi vorremmo avere. Ma anche loro hanno sempre
l'atteggiamento di inchinarsi di fronte a Jeff e li puoi scoprire a fare
sguardi bassi e abbracci goffi per il troppo rispetto.
Una nota dolente la devo a Maggie Gyllenhaal, che per questa parte aveva
tutte le cose giuste. Nè troppo giovane né troppo grande. Ottima per essere
una semplice ragazza del New Mexico con un figlio piccolo e non troppo bella
di modo da essere credibile come amore sincero del nostro eroe. Ma la
ragazza gigioneggia troppo e a volte sembra un po' isterica. Senza contare
che appena il nostro stende una mano o fa un sorriso la nostra è già
innamorata.
Ma anche questa e l'America e il cinema continua ad essere il modo in cui si
racconta. Ormai l'impero sente le sue crepe, ma sa bene che anche se dovesse
diventare uno dei gregari di questo millennio avrà ancora dentro la sua
storia materiale per commuoverci o farci sognare.
Dio salvi i cowboy imbolsiti e la country music.
Voto: al film 24/30, a Jeff Bridges; 30 e lode
08:03:2010 |