cous cous

con Habib Boufares, Hafsia Herzi

premio speciale della giuria

64mo festival di venezia

30/30

KINEMATRIX: Innanzitutto complimenti per la tua interpretazione, la migliore tra quelle viste finora. è stata contenta per la reazione del pubblico in Sala Grande?

HAFSIA HERZI: Sì, sono rimasta soddisfattissima dalla risposta della gente in sala. In particolar modo è bellissimo poter condividere con il pubblico la prima visione del film montato nella versione finale, perché io e gli altri attori non avevamo ancora avuto quest’opportunità. è strano come ciò aumenti l’emozione… è stato molto commovente!

Le sembra che Abdel abbia tagliato molto rispetto al girato?

No, assolutamente. Nessuno di noi ha avuto qualcosa da dire, in questo senso, nessuna sorpresa negativa. Sapevamo che il regista sarebbe stato coerente rispetto a ciò che ci diceva durante la lavorazione.

Hai studiato recitazione?

Praticamente nulla! A scuola ho fatto un po’ di teatro, poi andavo a vedere alcuni spettacoli insieme a mia madre. In seguito ho avuto una parte in una piccola serie televisiva, prima di questo film.

Come sei venuta in contatto con Abdellatif Kéchiche?

è stato lui a contattarmi dopo aver visto la serie-tv, così ci siamo incontrati e nel giro di due settimane stavo già provando per LA GRAINE ET LE MULET.

Hafsia Herzi e Abdellatif Kéchiche

Hai la speranza di rimanere nel mondo del cinema e magari seguire lo stesso percorso di Sara Forestier (attrice anche lei giovanissima, lanciata dallo stesso Kéchiche ne LA SCHIVATA, film del 2003, e poi arrivata sino a un ruolo non secondario in PROFUMO, del 2006. N.d.R.)?

Perché no? Ho questa speranza, sì. Vedremo come andrà a finire… Intanto va benissimo così! (l’intervista è stata realizzata quattro giorni prima della consegna dei premi, N.d.R.)

Quali sono le tue origini ? C’interessa molto, vista l’importanza che ha l’appartenenza etnica nel film di Abdel.

Sono metà tunisina e metà algerina, ovviamente di terza generazione franco-maghrebina (rispetto al distacco dell’Algeria dalla Francia, 1962. N.d.R.)

Quanti anni hai?

Venti.

Nel film sembri anche più giovane della tua età, e non di poco…

Quanti anni pensavi che avessi?

Sedici... Quindici…

Ah sì? Veramente? In realtà le riprese sono di poco più di un anno fa e io ne avevo già compiuti 19… Sono comunque molto giovane…

Ci puoi dire qualcosa sulla direzione degli attori da parte di Kéchiche, in generale e, nello specifico, nella scena in cui piangi alla finestra, dopo aver tentato di convincere tua madre Latifa a partecipare all’inaugurazione del ristorante sull’acqua ? Lì sei veramente incredibile…

Grazie… Il testo è tutto molto, molto scritto e ripetuto praticamente all’infinito, con le frasi provate e riprovate, per cui se c’è qualche differenza dal testo di partenza al massimo potrà riguardare singole parole, non di più. L’unica eccezione è la scena in cui la moglie di Hamid piange: non era stata scritta così prima. 

L’avevo supposto… Quanti ciak hai dovuto fare per le tue due scene?

La prima l’ho ripetuta per un giorno intero sul set, dopo averla studiata per tre settimane (!), mentre la danza del ventre sul set solo per un’ora, perché ovviamente non c’erano dialoghi, e studiata da sola per due giorni. Due giorni passati a ballare in continuazione.

Pensi che LA SCHIVATA, TUTTA COLPA DI VOLTAIRE e questo LA GRAINE siano già o possano diventare un punto di riferimento per i giovani franco-maghrebini?

Beh…intanto voglio dire che lavorando con lui si sente la differenza…. Non ho ancora avuto modo di analizzare a fondo i suoi film precedenti, ma sia per quanto mi riguarda sia per i miei coetanei, direi di sì. è già molto conosciuto in Francia e praticamente tutti gli attori, specie se giovani, vogliono lavorare con Abdel. Stessa cosa per gli sceneggiatori. Tutta la Francia vuole lavorare con Kéchiche.

Hotel Excelsior, Lido di Venezia, 04/09/2007

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