Nessuna rivoluzione sarà mai possibile se non avviene
prima una rivoluzione sessuale!
Tinto Brass: il suo modo di raccontare l’erotismo…
Dopo quarant’anni di censura Tinto Brass torna a Venezia, riempiendo gli
schermi di Erotismo.
Il regista dell’eros è omaggiato con una retrospettiva dedicata alla sua
carriera; inoltre, per l’occasione, è stato presentato il suo ultimo
cortometraggio Hotel Courbet.
Nel 1957 si laura in Giurisprudenza a Padova. Appassionato di cinema più che
di giurisprudenza, sul finire degli anni Cinquanta trascorre un biennio come
archivista alla "Cinémathèque" di Parigi, avvicinandosi agli ambienti della
nascente Nouvelle Vague. In seguito torna in Italia come
aiuto-regista di Alberto Cavalcanti e di Roberto Rossellini, per poi
occuparsi di vari generi, come anche film molto impegnativi di contestazione
sociale e culturale.
Il sesso ed il suo particolare rapporto col potere e col denaro diventa
invece tema centrale delle sue opere come in
Salon Kitty (1975). Ma
La Chiave con Stefania
Sandrelli è la svolta per la sua carriera.
Fra i lavori del maestro a Venezia sono stati selezionati, i corti “Tempo
Libero e Tempo Lavorativo” e “Nerosubianco”.
"Tempo Libero e Lavorativo" ci raccontano aspetti molto dettagliati della
realtà e dei suoi aspetti comuni a ogni essere umano.
Diversamente, "Nerosubianco" si sofferma molto di più sull’attrazione
fisica, mentale e sul tradimento. Il tradimento che diventa forma vitale ed
indispensabile all'equilibrio del rapporto di coppia.
Da notare come, per Brass, nulla sia casuale e come sia ricercato il suo
stile di regia. Rende ogni fotogramma come una tavola di un fumetto, ricca
di ogni minuscolo dettaglio, esaltando ogni elemento dell’aspetto erotico, e
sensuale, di ogni individuo. L’utilizzo stesso delle musiche gli dona una
impronta singolare, per la sua manifestazione del senso estetico e del suo
linguaggio erotico.
Rende la donna libera di esprimere la sua identità, donando ai suoi aspetti
più carnali della purezza quasi infantile.
In questo corto vediamo proprio l’esaltazione di questi aspetti, di questa
ricercata consapevolezza di non avere limiti.
Caterina Varzi sembra essere immersa in una tela dai mille colori, dove il
pittore provi a colorarla a suo piacimento, esaltandone la forma più intima,
dei momenti di donna. Una donna che si presta alla macchina da presa con
naturalezza, quasi come se fosse abbandonata al pittore e al suo occhio
minuzioso ma anche un po’ invadente. Tinto Brass ci mostra la donna nel
pieno della sua realtà intima, senza limiti, miscelando la solitudine al
dolore di un amore perso, al ricordo dei momenti andati. Usa lo sguardo
indiscreto di uno sconosciuto per esaltare questi due momenti. La mirata
scelta musicale pone l'accento ancora con più forza sull’intensità di questa
personalissima realtà del mondo femminile.
Brass a distanza di tutti questi anni riesce ancora a rendere tutto così
normale agli occhi di chi guarda ancora come a un tabù al mondo intimo
nascosto dietro noi stessi.
09:09:2009
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