WELCOME TO COLLINWOOD
di Anthony e Joe Russo
Con:
William H. Macy, Sam Rockwell


Inutile riassumere la trama dell’opera seconda dei fratelli Russo (la prima si intitolava Pieces): è la stessa de I soliti ignoti di Mario Monicelli, con poche variazioni e poche sorprese. Siamo alle prese con l’ennesimo film-bomboniera (tipologia di quelle pellicole da ‘ricevere, guardare e riporre in un cassetto’) non tanto per la mediocrità del risultato, quanto per la prevedibile ed evanescente inutilità. La vicenda viene qui ambientata in un fatiscente quartiere alla periferia di Cleveland e le etnie diverse si intersecano anche fra i protagonisti, ricalcati quasi fedelmente su quelli creati da Age, Scarpelli, Cecchi d’Amico e Monicelli. Già altre volte le gesta dei piccoli criminali italiani erano state prese in prestito dal cinema statunitense (e non): I soliti ignoti Made in USA di Louis Malle (1983), Big Deal di Bob Fosse (1986), ma chiari rimandi alla notissima commedia potevano rintracciarsi nel sorprendente Palookaville di Alan Taylor (1995), che fondeva Calvino, Monicelli e alcune caratteristiche del cinema indipendente americano in un godibilissimo affresco del crimine disorganizzato (grazie anche agli azzeccatissimi attori Vincent Gallo, William Forsythe e Adam Trese). Ma il lavoro dei fratelli Russo lascia perplessi proprio per la non-rilettura che propongono: perché rifare un film senza elementi originali? Gus Van Sant con il suo Psyco aveva tentato un’operazione che dava, se non soddisfazione, almeno alcuni spunti di riflessione. Ma forse la cosa più inquietante di questo Welcome to Collinwood è che viene scritto e diretto da due giovani registi americani che, di fronte alla loro prima grande possibilità professionale offerta da George Clooney e Steve Soderbergh (produttori della pellicola), propongono subito un remake. Lamentiamo spesso la carenza di idee degli sceneggiatori e registi italiani, ma anche i giovani d’oltreoceano (almeno quelli inseriti nel circuito commerciale ufficiale) non sembrano proporre grandi novità. Che cosa vi offre, quindi, Welcome to Collinwood? Qualche risata, sicuramente. Un simpatico cameo di George Clooney che veste i panni che furono del grande Totò. Un paio di belle inquadrature. Vi è sufficiente?

 

 

Voto:20/30

Paolo FAZZINI
31 - 05 - 03


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