
Anna (Bonnaire), una donna sulla quarantina frustrata da un matrimonio
in crisi, si convince ad andare da uno psicanalista. Il giorno del primo
appuntamento, però, entra per errore nello studio di un consulente
finanziario (Luchini), a cui finisce per raccontare tutti i suoi
problemi. L’uomo, a sua volta abbandonato dalla moglie ed intrigato
dalla situazione, decide di non svelare subito l’equivoco e di portare
avanti la “terapia”. Un gioco pericoloso dal quale sarà difficile
tirarsi indietro.
Dopo il successo de L’UOMO DEL TRENO, un’altra storia di solitudini per
Leconte, un’altra coppia di personaggi che per fuggire dalla propria
condizione esistenziale si rifugia in un’identità altrui. Un meccanismo
collaudato che nella prima metà del film fila davvero liscio, grazie ad
racconto in efficace equilibrio fra dramma e commedia e due interpreti
che sanno creare una bella alchimia fra caratteri tanto diversi. Ma alla
lunga la sceneggiatura di Jerome Tonnerre fatica a decollare e a toccare
tasti veramente profondi, e così la storia si frantuma in una serie
situazioni, ora ilari, ora delicate, un po’ ripetitive e mai
indispensabili, anche perché i personaggi di contorno – il vero
psichiatra, i coniugi dei protagonisti – non trovano una collocazione
che non sia meramente decorativa. E così la leggerezza di Leconte
stavolta rischia di coincidere con la superficialità.
Chi preferisce i sussurri alle grida, comunque, gradirà.
Voto: 24/30
03:12:2004 |