Non tocca a Rubini
resuscitare l’Italianità con la I maiuscola che un tempo aveva creato un
pezzo di storia del cinema. Colpo
d’occhio pecca di pressappochismo, siamo lontani anni luce dai
prodotti holliwoodiani odierni, che anche quando sono scadenti restano
comunque di buona fattura. Il cinema italiano sembra non essere affatto
disturbato dal dilettantismo, anzi. Rubini si colloca perfettamente in
questo orizzonte, però compie un’operazione un po’ più intelligente di molti
suoi colleghi. Prende un triangolo, classico per altro, lui lei e l’altro
più bello e più giovane, ci infila una certa atmosfera noir e fa capitare le
cose. Ci si aspetta tutto, il film non è un giallo, ma lo si segue bene, e
l’intento di di-mostrare come l’animo dell’uomo, quello della donna a quanto
pare si salva, sia corruttibile, piccolo e marcio riesce chiaramente.
La cosa piuttosto triste è dover giudicare la prova degli attori, perché
francamente pure in fatto di nuovi volti il cinema italiano è messo male.
Puccini e Scamarcio evidenziano la loro rispettiva semi-incapacità appena si
trovano a condividere la scena, sembrano dignitosi quando invece dettano col
bravo Rubini; come si dice, in una partita a tennis si sembra migliori
quando si gioca col più forte. Rubini invece il dono ce l’ha, e qui va
sottolineata l’importanza della scuola di recitazione nostrana. Ecco un
punto a nostro favore: la differenza che sussiste tra l’attorialità italiana
e quella hollywoodiana. Purtroppo stupidamente ci stiamo uniformando quando
questa è una delle poche cose che non dovremmo affatto assumere
dall’esterno, ma mantenere come carattere distintivo. La recitazione di
Rubini non è fatta di impersonamenti e di psicologismo tanto in auge a
hollywood, è fatta di finzione, di teatralità, di tradizione italiana del
gesto e dell’espressività.
Un altro punto a favore del film è l’intelligente collocazione dei
personaggi nell mondo spesso ignorato dal cinema dell’arte. Un mondo
difficile, gerarchizzato e instabile perfettamente adeguato ai giochi di
ricatto, manipolazione e ambizione attuati da Rubini.
Se relativizziamo il giudizio al cinema italiano, purtroppo la differenza
con prodotti importati è talmente abissale che non è possibile fare
altrimenti, questa creatura di Rubini può considerarsi come uno degli
esemplari più sani nati ultimamente, però rimane sempre quella sensazione di
amarezza al pensarci come un cinema a parte, con dei suoi particolari
standard, che più il tempo avanza più vanno a diminuire.
30:03:2008 |