IL CODICE DA VINCI
di Ron Howard
Con Audrey Tautou, Tom Hanks

di Taryn NURCHIS

 

Forse guardando il colossal tratto dal romanzo di Dan Brown più di qualcuno si sarà trovato a ripensare alle peripezie di quell’eroe con la frusta che aveva il nome di Indiana Jones. Sì, proprio lui, l’accademico archeologo che, per amore della conoscenza, non esitava a dismettere i panni del forbito professore per vestire quelli del tenace avventuriero. Diversamente però stanno le cose ne Il Codice da Vinci, dove gli studiosi ci sono sì, ma sono studiosi ricchi e pazzi, o ingiacchettati e compiti; studiosi troppo belli e ingessati, troppo plastici e piatti, perché venga voglia di seguirli. Tanto, che avranno la risposta a tutti gli arcani, o che troveranno improbabili vie d’uscita anche nelle situazioni più improbabili, è cosa evidente da subito a chiunque (e se non fosse evidente, aspettate di vedere la scena in cui Audry Tatou fa vari chilometri in retro marcia su un marciapiede del centro di Parigi, e non avrete più dubbi). Questo per dire che la materia prima del film di Ron Howard, ovvero l’adattamento a sceneggiatura del romanzo originale, poteva essere un buon punto di partenza, e poteva vantare un discreto potenziale: il mistero del vero Graal, la negazione della donna, il gioco della simbologia, la ricerca a ritroso per scoprire la verità, e, ovviamente, i nemici alle spalle dai quali bisogna scappare. Nel complesso ce ne era abbastanza per ottenere un buon film giallo, piacevole e leggero, nel senso migliore del termine, ma la pretenziosità di Ron Howard ha reso discutibili troppe cose. Non solo per gli scivoloni di stile come la retromarcia di cui sopra, (ma ci sarebbero anche alcune scene risolutive poco credibili, come la discesa acrobatica dall’aereo che atterra in Francia o l’illuminazione di Tom Hanks davanti al lavandino) ma soprattutto per la solennità della quale il regista ha voluto impregnare tutto il film. Permane infatti un registro grave e serioso quasi per l’intera durata della pellicola, e il fatto di certo non giova alla godibilità del film; primo perché si tratta di un film di più di due ore all’interno delle quali lo spettatore necessiterebbe di alcune “pause”, secondo per la fragile credibilità del film stesso, considerata la quale, maggior ironia non guasterebbe. Del resto non giovano al film nemmeno le scelte degli attori, fatte probabilmente a tavolino anziché guardando le reali necessità dei personaggi.
In sostanza, fatte le debite considerazioni, non stupitevi se uscendo dal cinema vi porrete il quesito “…che ne avrebbe fatto Steven Spielberg?”
 

Voto: 18/30

15/06/2006

The da Vinci Code
Regia: Ron Howard
Anno: 2006
Nazione: Stati Uniti d'America
Durata: 148'
Data uscita in Italia: 19:05:2006
Genere: Thriller