
Nella favela di Rio chiamata la "Cidade de
Deus" il giovane Buscapé cerca come può di tenersi lontano dalle cattive
compagnie e sogna di poter fare un giorno il fotografo, mentre intorno a lui
regna la miseria e la criminalità legata allo spaccio della cocaina si fa
sempre più violenta e incontrollabile. Tratto dal libro di Paulo Lins,
narrato in prima persona da Buscapé, il film si struttura su tre atti che
corrispondono ad altrettante decadi (dai '60 agli '80) e altrettanti fasi
dello sviluppo della criminalità nella favela, dalla nostalgia per il
banditismo ingenuo e popolare degli anni '60 (periodo fotografato in un
saturo giallo-oro), allo sviluppo delle gang dedite allo spaccio della droga
fino alla degenerazione della lotta per il predominio del territorio.
Meirelles cala lo spettatore nella pentola infernale della favela con un
flusso vorticoso di immagini, storie, personaggi e comparse che nell'insieme
concorrono a realizzare uno spaccato collettivo e tragicomico di un universo
metropolitano a sé che l'iconografia ufficiale e turistica ha saputo così
sapientemente rimuovere (solo qualche fuggevole immagine sui "meninos de
rua" fa capolino sui nostri TG ogni tanto). Il regista drena in modo superbo
questo fiume in piena narrativo (che non scade mai nei cliché), si
costruisce una sua personale strada tra desiderio di reportage e obblighi
della fiction, affresco corale e approfondimento psicologico e riesce a
cogliere, nella accelerata frenesia delle invenzioni registiche e di
montaggio (mai fastidiose e almeno per una volta funzionali allo scopo), un
pezzetto di verità su quel folle, caleidoscopico, disordinato, fatalista e
(nonostante tutto) allegro spirito del popolo brasiliano.
Link:
http://www.cidadededeus.com.br/
Voto:30/30
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