WUTHERING HEIGHTS

di Andrea Arnold

con Kaya Scodelario, Nichola Burley

e con Steve Evets, Oliver Milburn

  di Gabriele FRANCIONI

 

19/30

 

See Emily’s Play

 

HEATHCLIFF:

HEATH terreno non recintato e Non coltivato, specialmente ricoperto da erica.

HEATHER erica TO TAKE TO THE HEATHER: darsi alla macchia, diventare bandito.

HEATHEN colui che abita territori non recintati, selvaggi.

HEAT temperatura elevata, temperamento appassionato, eccitabilità.

CLIFF Un forte pendio, una ripida rupe, specialmente in prossimità del mare, scogliera.

 

LOCKWOOD:

LOCK Ricciolo di capelli o di carta o di foglie; Serratura, chiusura; Barriera, recinzione, muro di cinta.

LOCH : scozzese per LAKE ( LAGO ).

WOOD Bosco.

 

HINDLEY:

HIND La femmina del cervo; Bracciante agricolo, contadino; Ragazzo;  Persona.

LEY Terreno erboso tenuto a prato per uno o più anni.

 

HARETON:

HARE Lepre; Persona simile ad una lepre o per la velocità dei suoi movimenti o perché molto timida.

 

EARNSHAW:
SHAW Boschetto; Margine estremo di un terreno coltivato; Promontorio; Filare di alberi delimitante un prato o campo.

 

ISABELLA:

ISABELLA Color giallo grigiastro; Una qualità di pesca.

ISABEL Colombo di razza.

BELL Parte del fiore ; Usato spesso nei nomi di fiori, es.  Bluebells ( campanula ) e Hare-bells (convolvoli ).

 

Basta l’onomastica per capire dove volesse andare a parare Emily Bronte, l’eremita che si opponeva, anima e penna, all’avanzare anti-umanista e anti-ecologista della civilizzazione industrializzante e pre-globalizzante.

Due secoli dopo, ma anche, volendo, un Baz Luhrman e un Terrence Malick dopo, occorre grande maestria per gestire una materia così vasta: far parlare corpi/personaggi deputati a incarnare la rivincita, o l’eterna supremazia, del Luogo, pure del genius loci, degli Elementi e del Naturale sul vischioso tentativo (dis)umano di ricollocare l’altro da sé in una coercizione parcellizzante che dà nome a ogni cosa, la segmenta, la irregimenta, la col-loca (appunto) in luoghi indoor quali le residenze delle due famiglie, che tentano di resistere alla potenza del vento, o che cerca di ficcarla nell’astrazione di un contratto ereditario, quasi che questo sia in grado di creare uno schermo rivolto verso la morte (naturale) o almeno di esorcizzarla o rimandarla all’infinito, mentre questa spazza tutto senza esitazioni teorizzanti.

WUTHERING HEIGHTS dovrebbe essere un lungo documentario immaginifico come THE TREE OF LIFE/2001: A SPACE ODISSEY, nel senso di mettere in scena una catarsi, qui distruttiva, destinata a riportarci al grado zero della civilizzazione, ai primi passi dell’uomo (bambino), e in effetti, nel testo di Bronte, la pur convenzionale e codificata unione tra i due giovani, doppiata dall’eredità, non è altro che la vittoria finale dell’entità-Rupe Tempestosa (heathcliff) sul devastato e azzerato formicolare di viventi impegnati nella chiacchiera e nella codifica.

Nel momento in cui ci si spinge a pensare una riduzione cinematografica di W.E. che sappia di terzo millennio (Decade II°), però,  è doveroso confrontarsi sia con Malick, che ha cambiato per sempre il modo di posizionare la m.d.p. NELLA Natura (è Lei che ci riprende, ci guarda, è lei che sceglie i movimenti di macchina) , sia col Luhrman di ROMEO + JULIET, se non altro per la capacità di adattare all’oggi un testo articolato su bi-familiarità conflittuali.

Così non è, per la Arnold, che s’iscrive in fretta e, pare, zelo, all’elenco non breve dei registi destinati a deludere dopo inaspettato successo: A. Arnold, da FISH TANK a WUTHERING HEIGHTS; Steve Mc Queen, da HUNGER a SHAME; Tomas Alfredson, da LASCIAMI ENTRARE a TINKER TAILOR SOLDIER SPY.

Non basta “stare addosso ai corpi” - ossessione registica di troppi, nonché codificata locuzione inflazionata presso i critici - perché questi generino (s)nodi di atteggiamenti o inquadrare sciami di api o cascate di prati spazzati dal vento perché ci sembri d’intuire la Realtà osservata dal punto di vista di Natura. Il film è uno svagato atto d’imprespressionismo astratto (nel senso di getti di colore on canvas, Pollock misto a Monet) che va alla deriva dalle parti di MICROCOSMOS. Impossibile vederci altro - le contrapposizioni tra i personaggi sono rigide, meccaniche, inamidate- e men che meno la “novità” dell’Heathcliff di colore.

 

09:09:2011