Ogni volta che te ne vai
di Davide Cocchi
Con: Fabio de Luigi, Cecilia Dazzi

di Lucia LOMBARDI


“Mai è stato liscio il corso del vero Amore”- Shakespeare.
Ci sono amori che nascono in tenera età, e si sviluppano quali vere e proprie passioni, come quello per la musica folk e per Pamela (Cecilia Dazzi), che Orfeo (Fabio De Luigi) porterà sempre nel proprio cuore di ragazzo di provincia - una provincia scandita da ritmi lenti, da gesti consueti, stratificatisi nel tempo, come nel negozio da barbiere dello zio Sorriso, in cui si gioca a carte e si progettano cambiamenti, nonostante l’apparente cristallizzarsi delle ore…
E così, per dare una svolta alle proprie esistenze, mettendo in gioco i propri talenti, sogni e passioni, Orfeo, zio Sorriso, Pamela, Scintilla e gli altri, coadiuvati dal padre del ragazzo, decidono di formare il gruppo musicale: “I califfi del liscio”, tentando il tutto per tutto al “Casadei Day”, performance in cui vediamo Raoul Casadei in persona interpretare se stesso in un piccolo cammeo.
Sono varie le gag che De Luigi crea, con una mimica da grande comico, coadiuvato dal resto del cast, montando una macchina da divertimento di una certa raffinatezza, non sono semplici macchiette, piuttosto risultano elementi di uno spaccato sociale; quella che restituiscono, è una vicenda comune a tutti noi: amori incerti che vanno e vengono come le mareggiate estive, facendo deragliare progetti e aspettative; facendo coesistere ad affetti, incomprensioni generazionali e voglia di riscatto, risultano temi che con una sceneggiatura snella, simpatica, e aggraziata, riescono a restituire in chiave ironica bozzetti di vita, calati in un periodo in cui l’Italia credeva nel boom economico. Un’Italia fatta di province. Nelle sue caratterizzazioni De Luigi è supportato dai suoni creati appositamente dal compositore Andrea Guerra, che risultano onomatopeici, gutturali, parlo in specifico de “Il brano per i più giovani”, che verrà inserito nella colonna sonora del film.
Quella qui descritta non è la consueta provincia riminese, non vi sono immagini stereotipate da cartolina, bensì, forse si ritrovano più affinità con le descrizioni paesaggistiche di Pier Vittorio Tondelli “…poiché se da un lato tutta la vita notturna rifulgeva nel pieno fervore estivo, dall’altro esistevano solo il buio, il profondo, lo sconosciuto… Dopo aver attraversato un paesaggio assolutamente fantastico, in cui borghi medioevali si inerpicavano sulle alture per poi essere inghiottiti dai boschi… il fiume Marecchia mi accompagnava”.
La realtà presentata nella pellicola, risulta quasi onirica, appaiono il mondo notturno delle balere, delle band musicali, delle polke, delle mazurke, e dei valzer, che si ballano stretti stretti senza timore del contatto con l’altro, né tantomeno dello scambio di gocce di sudore che scivolano giù dalla fronte a suon di “baciatevi nel tango” ed in piena “estasi” si rotea sulla pista. Alcuni tra i classici del liscio locale portati al successo dalla stirpe Casadei, fanno parte del Dna locale, volente o nolente. Si presenta al pubblico una realtà fatta di personaggi positivi, veri, raccontati con sarcasmo e ironia.
Saper far ridere in modo elegante, saper raccontare poeticamente aneddoti di vita, risulta essere vera e propria “Arte”.
 

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Voto: 28/30

30.05.2004

 


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