Di
Changeling si dice già che
potrebbe meritatamente essere uno dei film favoriti ai prossimi Oscar. E noi
siamo d’accordo. Merito di Clint Eastwood, di una grande interpretazione di
Angelina Jolie ma anche di una storia - vera – che mette i brividi e tocca
nel profondo il cuore di ogni spettatore.
Un melodramma, quello di Changeling,
emotivamente ed esteticamente impeccabile, una regia intensa e fluida che
accompagna chi guarda dentro questa vicenda forte, crudele e difficile da
digerire specie se si pensa – perché lo si pensa per tutta la durata del
film - che quella storia non è frutto della fantasia di un bravo
sceneggiatore, ma un’amara verità che tra l’altro non trova mai la sua
soluzione, né il suo davvero lieto fine.
Il film, ambientato nella Los Angeles del 1928, ovvero agli inizi della
Grande Depressione, racconta la tragica disavventura di Christine Collins
(Angelina Jolie) la quale, d’un tratto, si trova ad avere a che fare con la
scomparsa del suo unico figlio dell’età di soli 9 anni. La donna, sconvolta,
denuncia il fatto alla polizia che dopo 5 mesi di ricerche le restituisce un
bambino che però non è il suo. Christine avverte le forze dell’ordine
dell’errore commesso ma questi si fanno sordi di fronte alle sue proteste:
l’importante è dare l’impressione alla città di aver risolto un caso
importante e poco conta se le cose non stiano veramente così.
Changeling è un film
intensissimo che riesce a trasmettere in modo davvero incredibile tutte le
forti emozioni del caso: disperazione, paura, impotenza, rabbia,
frustrazione, coraggio, senso di ribellione, voglia di giustizia e infine,
persino, speranza.
E se su Clint Eastwood e sulla sua grandezza è già stato detto davvero
tutto, parlando di Angelina Jolie, al contrario, non si può non tessere
delle lodi assolutamente sincere. La sua interpretazione fa il miracolo di
cancellare nella mente di chi guarda la valanga smisurata di gossip che la
riguardano per imprimervi al contrario solo l’immagine di una grande
attrice.
16:11:2008
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