Discreto adattamento cinematografico da Le Carrè, decente esordio alla
grande produzione,storia ben congegnata; qualche macchinosità e qualche
lentezza, che tuttavia mi sembrano in questo caso perfettamente adatte
all'ambiente africano, e lo stile di Meilleres che comunque non è
strabordante come nella sua opera prima ma calibrato e inserito a tema.
è proprio il cambio di
registri e l'alternarsi tra sentimento e "azione" che mi sono piaciuti;
laddove spesso questo mix produce patetismi e retorica a fiumi, nel film di
Meilleres la fusione tra sentimento e azione non funziona affatto male.
Interessante la traccia sentimentale che in questo caso è assolutamente
forte, Fiennes solo apparentemente impacciato, in palla ed eccellente in
questo personaggio sottotono ma tenace e implacabile nel dedicarsi al
disvelare completamente le trame che hanno portato alla sua personale
tragedia.
Un pò meno credibile, almeno per quel poco che viene mostrato, la moglie
troppo paladina, troppo estremista, troppo tutto (troppo bella, pure).
Una storia d'amore credibile intrecciata alle manovre africane di una
multinazionale del farmaco, e mi piace il meccanismo che spiega come si
arrivi ad assassinare qualcuno credendo "solo" di far qualcosa per fermarlo
la spiegazione della catena di telefonate non è banale come sembra ; a chi
ha liquidato il plot come già visto è da obiettare che quella che appare
facile operazione, l'eroe di turno contro la multinazionale in modus Spectre
e via dicendo, non si è proprio mai vista nè come scenario nè con la
minuziosa cura e credibilità - questa tipica del Le Carrè, serial bestseller
ma con bravura e rigore logico.
Meilleres fa un salto di maturità passando da un film duro ma grezzo come
City of God e si tuffa nel
mainstream dimostrando di poter maneggiare anche grosse produzioni.
Di certo non siamo dalle parti del grande cinema, tuttavia la cifra
stilistica c'è e riesce a conferire un quid in più a un modello consolidato
nel cinema hollywoodiano.
Voto: 21/30
22:03:2006 |