
Se Daniel Defoe potesse assistere oggi alla proiezione di CAST AWAY forse
applaudirebbe dinanzi a quella che, seppur con cambiamenti e rielaborazioni,
potrebbe essere la trasposizione cinematografica della sua opera più famosa
Robinson Crusoe.
Il letterato inglese della Augustan Age traeva ispirazione da un fatto
realmente accaduto e che aveva visto, nel 1704, un marinaio naufragare
in un'isola sperduta dell'Oceano Pacifico per uscirne poi ancora vivo
qualche anno dopo.
L'intento, in linea con le tendenze letterarie e morali dell'epoca più
borghese del Grande Regno, era quello di presentare, attraverso il puro
schema della fiction, le capacità dell'uomo della middle class in grado
di sopravvivere alle avversità della natura traendo proprio da questa
l'ispirazione per cambiare stile di vita e concezione del mondo.
Il parallelismo tra l'opera letteraria e l'ultima fatica di Robert Zemeckis,
alla luce di tali elementi, appare ovvio e necessario grazie anche all'intensità
di una sceneggiatura puntuale ed esilarante.
Il soggetto, nato da un'idea di Tom Hanks (protagonista del film) e raffinato
dall'esperienza di William Brayles (che ha sperimentato in prima persona
l'avventura alla Crusoe) si basa sulle vicende rocambolesche di un uomo,
Chuck Noland e della sua conversione ad una vita diversa. Ingegnere informatico
travolto dai suoi stessi ritmi lavorativi, Noland rimane coinvolto in
un disastro aereo. Naufrago in un'isola deserta avrà inizio qui la sua
avventura per la sopravvivenza, ben presto scoprirà in sé doti e capacità
fino ad allora sconosciute.
Unico amico un pallone da football e per casa una capanna; poco a poco
ai ritmi incessanti della vita cittadina si sostituiscono il rumore delle
onde e il mormorare del vento.
Una catarsi che lo porterà, dopo quattro anni e il ritorno nella sua città,
a concepire l'esistenza secondo i dettami di un nuovo sentire libero dagli
schemi che lo tenevano imprigionato.
Una sensazionale interpretazione di Hanks (sottoposto dallo stesso Zemeckis
ad una trasformazione fisica nel giro di un anno), un cast ben congeniato
che annovera anche Helen Hunt nel ruolo della compagna di Chuck, Kelly,
ed una regia non priva di effetti speciali costituiscono un mix ideale
nel quale si inserisce prepotentemente la bellezza del paesaggio naturale.
Prodotta da Steve Starkey, dal regista e dallo stesso Hanks, la pellicola
apre con pieno merito la stagione cinematografica nazionale del nuovo
millennio divertendo, sconcertando, incuriosendo.
Zemeckis, dopo il successo natalizio del LE
VERITA' NASCOSTE, si conferma re dei botteghini incassando
nelle sale italiane cinque miliardi nel primo weekend di programmazione.
Una storia di calcolata e ben rielaborata ispirazione letteraria e non
in grado di spiegare "come - per utilizzare le parole dello stesso regista
- ".... in realtà sopravvivere sia semplice. E' vivere che é difficile".
Voto: 27/30
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