Come sarebbe la vostra vita se il tempo scorresse, in un
certo senso, all'indietro? Perlomeno il tempo biologico.
è quello che succede a
Benjamin Button che il destino bizzarro vede nascere alla fine della Grande
Guerra con l'aspetto e la salute di un neonato novantenne. Non dovrebbe
sopravvivere un giorno e invece, Benjamin Button più passa il tempo più
ringiovanisce anziché invecchiare e per lui, solo per lui, le lancette
dell'orologio girano al contrario. Beh, non propriamente al contrario,
perché il mondo che lo circonda continua a fare il suo corso, più o meno
indifferente a questa sua stranezza, così come l'uomo che in lui cresce e
regredisce attraversando tutto un secolo, il Novecento, di cui ad onor del
vero Benjamin-Brad (Pitt,
NdR) pare non accorgersi molto.
Come un Forrest Gump, attraversa l'America con negli occhi l'unico e grande
amore della sua vita; riusciranno ad incrociarsi e ad essere felici solo
quando le età di entrambi saranno al giro di boa invertendo inesorabilmente
il loro corso naturale. L'escamotage di cornice scelto da Fincher
(regia) e Roth (sceneggiatura) ci fa incontrare Daisy (Cate Blanchett) nella
classica rilettura di un diario in punto di morte scolorendo nella
fotografia i ricordi di una vita passata tuttosommato fortunatamente bene.
'Uomini di buona sorte', titolava un episodio di The Sandman (Gaiman/Zulli)
il cui protagonista subiva un destino per alcuni versi analogo a quello di
Benjamin, costretto a vedere invecchiare e morire le persone amate una dopo
l'altra. Ma non solo: con tutte quelle energie aveva fatto sì che
Shakespeare regalasse sogni agli umani e preso parte alla Rivoluzione
Francese, mentre il Forrest Gump di Zemeckis aveva guardato in faccia il
Vietnam, la generazione di Woodstock, tre presidenti alla Casa Bianca e
l'Aids degli inizi.
Sottoposto ad un lavaggio holliwoodiano che ben regge cinematograficamente
parlando sotto molti punti di vista, la novella originale di F.S. Fitzgerald
perde invece un po' i piani di complessità sullo schermo per ridursi a
tratti (non fraintendetemi, amiamo tutti le storie romantiche) ad un amore
al di là delle rughe con battute non sempre da libro.
Notevoli sono gli effetti speciali (e qui l'Oscar non cadrebbe immeritato)
con un gigantesco lavoro d'invecchiamento e ringiovanimento digitale di
Bratt Pitt in
motion capture (vi ricordate di Smeagle?): in sostanza l'attore
rimane l'amato Brad, i cui movimenti vengono mappati e ricreati da un
computer che ne sistema in questo caso.. l'età anagrafica. Magari ne
inventassero uno portatile.
Ci consola in questo una bravissima Cate Blanchett sempre fuori
dall'ordinario e bellissima, è il caso di dirlo, a qualsiasi età.
Belli regia, scenografie, costumi, fotografia, con una menzione speciale
all'omino del fulmine, così intramontabilmente Chaplin. Insomma, un bel
film, ma che si ferma ad un livello quasi esclusivamente individuale, e se
siamo in tema di toto-statuette e i concorrenti saranno
Milk e
The Millionaire, io non avrei dubbi.
12:02:2009
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