
Un serial-killer rapisce giovani donne a
Roma e poi sfida la polizia in una surreale partita a porker virtuale
giocata via internet. Se la polizia perde la sfida, il “cartaio” uccide in
diretta la ragazza il cui volto è costantemente ripreso da una web-cam.
L’ispettore Anna Mari (Rocca) e uno squinternato poliziotto americano
(Cunningam) cominciano ad indagare negli ambienti semiclandestini del
videopoker, e poiché nessuno in questura se la sente di giocare con il
killer si faranno aiutare da un giovane studentello perditempo (Muccino)
dotato di un particolare talento per il gioco d’azzardo. Argento vorrebbe
girare un thriller che tenga il passo coi tempi, aggiornando un impianto
narrativo proverbiale da SILENZIO DEGLI INNCENTI all’era di internet e delle
chat-room, ma il risultato fa venire le lacrime agli occhi per la tristezza.
Regia dilettantesca, direzione degli attori inesistente, confezione
dozzinale, sceneggiatura che perde pezzi per strada nonostante sia solo un
pallido riciclo del riciclo: non basta appiccicare qualche computer e
qualche parolone ripescato dal dizionario dell’Information Tecnology per
darsi un tono di cinema che guarda alla realtà attuale (la task-force di
esperti anti-hacker della polizia è meno credibile di un ritrovo di studenti
fuori corso di informatica) e l’approfondimento psicologico della
personalità del giocatore di poker come via per arrivare al killer, l’unico
tema un po’ originale (ma che si adatta poco al caso di giocatori on-line,
in cui gli sfidanti non si possono guardare in faccia) viene solo abbozzato.
Argento sembra diventato incapace di costruire una tensione degna di tale
nome, come dimostrano le sequenze topiche delle partite in questura in cui
regna una assurda confusione da stadio. I momenti imbarazzanti si susseguono
a ritmo incalzante (e infatti il pubblico in sala ride) e il top delle
bassezze cinematografiche lo raggiunge il giovane Muccino, mentre sciorina,
in un cesso della stazione di polizia, le sue teorie sul “vento” che gli
sale alle mani quando si appresta a giocare una mano di poker. Come se non
bastasse: girato in inglese e doppiato disastrosamente. Un film da
dimenticare in fretta.
Voto: 10/30
04.01.2004
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