
"We want bread, but roses too".
1912: dieci mila operai immigrati in Massachusset fanno di questo slogan
la guida della loro protesta. Chiedono il pane ma anche le rose…
Un lavoro normale, fatto di otto ore, straordinari e ferie retribuite,
assistenza medica garantita per se stessi e per la propria famiglia e
diritto di associazione.
Immaginate tutto questo e come cornice il paese, per tradizione, più democratico
del mondo, quello a cui si sono ispirati sociologi come Tocqueville, che
hanno condotto studi sull'efficienza della democrazia e sul principio
di aggregazione proprio a partire dagli Stati Uniti d'America. Risultato
del lavoro di Loach: un enorme insieme di dissonanze.
Il regista del proletariato per eccellenza, nel suo primo film americano,
fa della linea di confine tra il Messico e l'America, fonte di speranza
per tanti sud-americani, il punto di partenza di quelle famosissime dissonanze.
BREAD AND ROSES è la storia di un gruppo di operai sud-americani che lavorano
per una ditta di pulizie, vincitrice di un appalto in uno dei più importanti
palazzi del potere statunitense.
Donne e uomini fuggiti da un'esistenza precaria nei loro paesi di provenienza,
costretti a sottostare alle non-regole, pur di non essere licenziati,
cosa che comporterebbe, immediatamente, anche la loro espulsione. La macchina
da presa al servizio di storie di ordinaria follia: follia di chi
crede che basti essere uno straniero in paese straniero per essere pronti
a sottostare a qualsiasi imposizione.
Ancora una volta Loach, a modo suo, fa del cinema un momento di denuncia:
due ore di film per riflettere sulle migliaia di cose che accadono sotto
i nostri occhi senza che ci sfiorino lontanamente.
BREAD AND ROSES ha lo schema in sequenza di un processo evolutivo del
pensiero: da uno stato di coma ad una presa di coscienza dei propri diritti.
Un processo evolutivo che tutti i personaggi del film subiscono: dai lavoratori
al sindacalista che guida la protesta. E' come se il regista cerchi costantemente
di irritare lo spettatore mettendolo di fronte ad episodi senza senso.
Ancora una volta Loach si serve di attori non professionisti per raccontare
storie di quotidianità e l'effetto ottenuto è proprio quello di avere
sullo schermo personaggi che sembrano vivere realmente la crudeltà dei
diritti lesi. Proprio come i rivoluzionari della Catalogna contro Franco
in TERRA E LIBERTA' o gli operai del sottoproletariato inglese in PIOVONO
PIETRE, Maia, Rosa, Berta, Sam e tutti gli altri della ditta di pulizia,
sembrano davvero soffrire e poi lottare per l'assistenza medica, per gli
straordinari pagati, per la pausa pranzo, per il diritto a riunirsi in
assemblea.
La denuncia del regista inglese non è solo quella dei diritti sindacali
calpestati.
L'America descritta da Ken Loach, infatti, non è solo la ditta di pulizie:
un filmato di una carica delle forze dell'ordine nei confronti di altri
operai che diciassette anni prima erano scesi in strada per le stesse
rivendicazioni, è un altro elemento di discussione. E Loach sceglie di
andarci pesante: risultato della carica, centinaia di feriti, cinquanta
fermi e due donne incinte che a causa delle manganellate persero i loro
bambini.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, probabilmente grazie anche
ad una puntuale sceneggiatura che rispecchia fedelmente il linguaggio
di strada, di chi vive per il pane e non ha mai avuto le rose. Loach sceglie
di astenersi a giudizi morali nei confronti di chi scegli di non lottare.
In questo c'è forse il grande elemento educativo del film. Anche la spia,
Rosa, che vende i suoi amici per avere una promozione, non è rappresentata
come il Giuda, il mostro. La lunga sequenza che vede Maia e Rosa verso
la fine, sorelle a confronto, è il cuore del film; quello in cui si può
leggere il pensiero del regista: la fame può portare un individuo a compiere
qualsiasi azione, anche quelle che moralmente sono le più sporche. Quando
Rosa confessa a Maia di essersi prostituita per cinque, anni, prima per
mantenere lei e gli altri fratelli, poi per le cure del marito malato
di diabete e in ultimo, con il datore di lavoro perché desse a sua sorella
un posto, il pianto incessante di Maia è l'unica reazione possibile: l'impotenza
e l'assurdità di qualsiasi giudizio.
BREAD AND ROSES non è sicuramente un film senza imperfezioni: spesso dice
troppo. Tutto è svelato nel film. Inoltre la scelta di personaggi anche
un po' ironici, smorza enormemente i toni. Confrontato ad un altro film
di impegno civile come GARAGE
OLIMPO, di Marco Bechis, BREAD AND ROSES sembra raccontare
una favoletta. In realtà è solo un modo diverso di descrivere. Un approccio
differente ad un tema tanto reale quanto sconosciuto, ma soprattutto un
tema, quello del sindacato che interessa in generale un numero ristretto
di persone. Per questo la vera essenza dell'ultimo lungometraggio di Loach
è proprio il suo valore educativo, che ne fa un film adatto ad accostare
le giovani generazioni ad un tema che potrebbe purtroppo riguardarli molto
da vicino.
Voto: 27/30
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