da 63ma mostra del cinema di venezia

BOBBY

di Emilio Estevez

Con Elijah Wood, Demi Moore

di Mauro RESMINI

Emilio Estevez ha girato un film à la Altman, si è detto. E in parte è vero; l’unica differenza è che l’Altman di oggi (quello dell’avvilente RADIO AMERICA) un film così non sarebbe probabilmente in grado di girarlo. Di più: per quanto suoni blasfemo anche solo pensarlo, lo stato di fossilizzazione cui è giunto il cinema di Altman ci permette di sostenere senza troppe remore che Estevez ha girato un film come Altman non ne gira più da un bel pezzo. Certo, a Estevez mancano del tutto la spietata ironia e lo sguardo feroce che il Maestro esibiva nella sua età aurea; ma BOBBY intraprende deliberatamente una strada diversa, in cui prevale – che piaccia o no – il piacere di raccontare piuttosto che l’urgenza di additare e di mettere alla berlina. Ecco il motivo per cui Altman si preoccupa di mantenere lo spettatore ben distante dai suoi personaggi, mentre Estevez lavora esattamente nel senso opposto: BOBBY vive del fascino inesplicabile che circonda un certo tipo di configurazione narrativa a focalizzazione interna, ovvero il grande evento storico visto dagli occhi della gente comune. Chiamatelo banalità, chiamatelo furbizia, fatto sta che l’identificazione spettatoriale (e dunque la possibilità stessa per il soggetto guardante di entrare nel film e renderlo vivo) in questi casi risulta sempre favorita quando non incoraggiata. Questo “invito ad avvicinarsi” che il film offre allo spettatore si risolve in una assonanza di emozioni, in una empatia a cui il pubblico in sala non può restare indifferente. È questo ciò che chiede BOBBY: Estevez ricerca con vigore e sincerità un comune sentire sulle cui note far vibrare all’unisono le emozioni degli spettatori. E ci riesce, perché – inutile dirlo – lo sgomento di fronte all’immane portata dell’evento storico, il brivido incontrollabile che percorre la schiena del testimone – di chi c’era – sono gli stessi che hanno attraversato le nostre coscienze ogniqualvolta ci siamo trovati davanti a un avvenimento più grande di noi, di fronte al fardello di un lutto troppo pesante per poterlo esprimere a parole. Ecco allora la bellissima sequenza finale del film, con il gesto istintivo di portarsi la mano alla bocca, l’incapacità di articolare parole, il vagare con lo sguardo perso nel vuoto, la rabbia per un sogno infranto. Perché il film di Estevez è anche questo, il piccolo racconto della morte di una grande narrazione, quella del sogno americano: in un momento storico – quello attuale – in cui è obiettivamente arduo pensare qualcosa di positivo del “sogno americano” (e a ragion veduta dubitiamo ormai della sua stessa esistenza), BOBBY prova a ricordarci che questo sogno una volta esisteva, ed era un sogno di libertà, uguaglianza e speranza.
 

Voto: 27/30

07:09:2006

 

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bobby
Regia: Emilio Estevez
USA 2006, 120'
Data uscita in Italia: 19:01:2007
Genere: Drammatico